domenica 13 dicembre 2015

mercoledì 9 dicembre 2015

Più libri Più Liberi 2015

Le luci si sono spente su Più Libri Più Liberi. Per noi di Magic BlueRay è sempre una bella esperienza partecipare e in particolar modo quest'anno è stato tanto entusiasmante quanto le centinaia di sorrisi che sono esplosi allo Stand T27 della Graphofeel, la casa editrice giovane, fresca e interessante che pubblica solo libri di qualità.
Nel mare di stand, al primo piano della fiera, c'eravamo noi, tra le magie dell'anello di Astutillo e le parole dei libri che si lasciavano raccontare ai tanti lettori, visitatori e amici che instancabilmente per cinque giorni sono venuti a trovarci. 
Lo slogan della manifestazione è stato #peramoredeilibri e noi tutti abbiamo dato il massimo proprio in nome di questo hashtag: è la passione che ci guida, che ci fa credere nel potere dei libri e che ci volare sempre più in alto. Non è per nulla scontato lavorare con passione, non è per nulla scontato credere nel potere dei libri e nella magia delle piccole cose, ma quando passi cinque giorni con persone fantastiche che condividono queste stesse certezze, allora puoi esser sicuro di aver conquistato una bella fetta di felicità e meraviglia. 

Le foto di #piulibri2015
Più Libri Più Graphofeel
Più Libri Più Amici di Astutillo
Più Libri Più Magia di Astutillo
Presentazione Mezzogiorno di fuoco e dintorni

martedì 1 dicembre 2015

Magic BlueRay a Più Libri Più Liberi

Dal 4 all'8 dicembre ci trovate alla fiera Più Libri Più Liberi, Palazzo dei Congressi Roma Eur, presso la Graphofeel, Stand T27 primo piano. Il 4 saremo tutto il giorno allo Stand e aspetteremo gli amici (bambini di tutte le età e adulti che sanno ancora sognare) che vorranno provare la magia dell'anello di Astutillo (Dario Amadei, edizioni Graphofeel, edito con un font speciale per la lettura facilitata) Gli altri giorni saremo comunque presenti in fiera e se volete possiamo darci un appuntamento. Il 7 alle 19 Dario Amadei presenterà, in fiera, il libro Mezzogiorno di fuoco e dintorni (edizioni Graphofeel) presso la Sala Corallo, primo piano. Vieni a vivere anche tu il potere del libro, noi ti aspettiamo.

martedì 10 novembre 2015

Il saluto del sindaco di Colleriarso ai lettori di Astutillo

Mi chiamo Harry Haller, come il “lupo della steppa” di Hermann Hesse e sono il sindaco di Colleriarso. Non sono un grande esperto di letteratura, ma voglio comunque raccontarvi un po’ di cose sullo scrittore Dario Amadei, che conosco da tanti anni. Abbiamo frequentato insieme la scuola elementare negli anni sessanta, quando la mia famiglia si era trasferita per ragioni di lavoro a Roma. Quello fu per Dario un periodo un po’ difficile. Era molto grasso, impacciato nei movimenti, tutti lo prendevano in giro e non aveva, tranne me, alcun amico. In quegli anni tristi e solitari, lui ha incominciato ad immaginare delle storie, che avevano sempre come protagonista un bambino grasso, che però non subiva le situazioni e alla fine vinceva sempre. Per capirci era una specie di super ciccione, come in effetti è Astutillo Colavolpe.
Il libro che il mio amico ha scritto, secondo me, si può considerare un po’ come il condensato di tutte quelle storie immaginate da quel bambino degli anni sessanta, filtrate alla luce di una grande ironia.
“Astutillo è il delirio della mia anima grassa”, ripete sempre Dario che ama scherzare su tutto, anche se in questa sua affermazione c’è comunque un fondo di verità. 
E un’ultima cosa. Chiedete all’autore di mostrarvi una foto di quando era grasso, lo farà volentieri e vi assicuro che rimarrete stupiti. 
Con questo ho finito e vi ringrazio per l’attenzione. 
Ah, dimenticavo, se passate da Colleriarso venite a trovarmi, mi farà piacere ed offrirò da bere a tutti quelli che avranno comprato il libro del mio amico.
H. Haller

p.s. Scusate, ma mia moglie non è molto brava a fare le foto e mi ha tagliato un po’ la testa.

L'uscita di Astutillo e il potere dell'anello di Dario Amadei

Dopo dodici anni dalla prima pubblicazione esce, rivisto dall’autore, questo libro entrato nel cuore dei lettori di tutte le età.
Il protagonista è Astutillo Colavolpe, che vive in un piccolo paese di provincia felice di essere il bambino che è.
Astutillo ha delle passioni cui non sa rinunciare, che lo porteranno a confrontarsi con situazioni molto più grandi di lui: imparerà che nella vita, per superare le difficoltà, si deve sempre diffidare di chi propone soluzioni magiche.

Dario Amadei è eclettico, ironico, poco razionale, molto sognatore, con pochi capelli ma molte idee e baffi grigi a cui ormai non potrebbe più rinunciare. Medico con la passione per la scrittura o scrittore prestato alla medicina, ha pubblicato anche Un mondo migliore (Sovera Multimedia), Le vere fiabe dei fratelli Grimm (Il caso e il vento) e Cronache di Monterotto (Edizioni Simple).

Presto disponibile, per la prevendita clicca qui

lunedì 9 novembre 2015

Ecco in anteprima la copertina del nuovo “Astutillo e il potere dell’anello”, di prossima uscita con Graphofeel edizioni. In questo libro il nostro bambinone di Colleriarso, insieme a Dario Amadei, si prepara ad incontrare i suoi lettori, spinto dall’entusiasmo di Laura Pacelli e di Magic BlueRay di Elena Sbaraglia


Se ti prendono quei cinque minuti: Nigravulpe di Leonilde Bartarelli

martedì 20 ottobre 2015

Cerimonia di premiazione della Seconda Ragunanza di Poesia

Domenica 18 ottobre, in una tiepida mattina assolata, nel cuore pulsante di Monteverde, Villa Pamphili, la poesia è stata protagonista indiscussa della cerimonia di premiazione della Seconda Ragunanza di Poesia, concorso letterario indetto dall'Associazione Le Ragunanze di Michela Zanarella. Alla presenza del Presidente del Municipio Roma XII Cristina Maltese e allietati dalle interpretazioni artistiche delle ballerine Marisol Cavallo, Alessandra Cavallo, Marisa Di Cecca e dell'attrice Chiara Pavoni che ha magistralmente interpretato il monologo scritto da Michela Zanarella su Alda Merini, dall'intervento musicale di Alfredo Tagliavia e da quello cinematografico di Valentina Innocenti sul film di Cristina di Svezia la giuria della Seconda Ragunanza, Dario Amadei, Elena Sbaraglia, Giuseppe Lorin, Michela Zanarella e Roberto Ormanni, ha premiato i Poeti che, dando voce ai loro sentimenti, ci hanno regalato emozioni uniche.
Per vedere le foto clicca qui

mercoledì 7 ottobre 2015

Se ti prendono quei cinque minuti: L'araba felice di Kati Galli

Uscita ufficiale di Tragicamente Rosso di Michela Zanarella

La poesia di Michela Zanarella squarcia il velo che avvolge l’enigma del Minotauro e non ha paura di illuminare quel lato oscuro del nostro essere che ci ostiniamo a negare, ma con cui purtroppo dobbiamo quotidianamente fare i conti. La poetessa coraggiosamente prende per mano il suo lettore e, pur rincuorandolo e sostenendolo, gli fa scoprire un mondo popolato da violenze di ogni genere.
È un mondo buio, che “incendia i pochi fiati superstiti”, illuminato solo dalla tragica luce rossa del sangue e della sofferenza, un mondo pericoloso, che deve essere sconfitto a ogni costo. E Michela Zanarella lo affronta a viso aperto, senza timore, senza tacere nulla, regalando ai suoi lettori un’esperienza purificatrice sotto lo sguardo attento del silenzio che “sorveglia sensi smarriti, ancorati ad una mente che diffida dei colori del tempo”. I suoi versi, colpendo dritti al cuore, non suscitano un’estasi poetica sterile e inutile, ma provocano intense scariche di neuromediatori che scatenano la voglia di reagire anche negli animi più torpidi e indifferenti.
(Dalla prefazione di Dario Amadei)

ARTeMUSE presenta l’uscita ufficiale di “Tragicamente rosso”, la nuova silloge con monologo teatrale di Michela Zanarella. Dario Amadei che ha curato la prima prefazione ha definito Tragicamente rosso un’opera in sei cantiche (Rosso donna, Rosso Shoah, Rosso mondo, Rosso natura, Rosso follia, Rosso guerra) con monologo teatrale finale. Poesia e teatro sono uniti in un progetto editoriale che raccoglie quarantadue poesie ed il testo integrale del monologo, la lirica ‘tragicamente rosso’ è tradotta in spagnolo, inglese, hindi e romeno, a voler rendere universale il dolore e la violenza, perché tutto ruota attorno alla violenza, non solo quella di genere, nel femminicidio purtroppo sempre attuale, ma in una dimensione più profonda, che coinvolge il mondo, la natura, la mente umana, la memoria e la storia. È una poesia che urla, una poesia di denuncia verso il male che dilaga nella società e continua ad assorbire vite e anime. Non c’è luce questa volta, non c’è spazio nemmeno per gioire. Le brutture del mondo non lo permettono. La seconda prefazione è a cura di Vittorio Pavoncello che con attenzione analizza le metamorfosi del colore rosso, associate ad una scrittura che non lascia di certo indifferente il lettore: “Il rosso di cui parla la sinfonia di parole di Michela Zanarella, è un rosso che imbratta la vita, è un rosso che fuoriesce da tutte le parti e che dilaga insieme alla violenza che l’ha prodotto.” In copertina, da uno scatto di Michele Simolo, l’attrice del monologo Chiara Pavoni.

"Appesa ad un silenzio
nel precipizio di un amore
tragicamente rosso
cedo e m’adeguo
alle forme del dolore.
Urlano sensi violati
cellule straziate
invase e crocefisse
in un falso fiorire d’infinito."

Michela Zanarella è autrice di poesia, narrativa, testi teatrali, la sua poesia è tradotta in diverse lingue. Collabora con diverse testate giornalistiche e dirige la collana poesia ARTeMUSE.

Promozione Magic BlueRay

domenica 4 ottobre 2015

Giornata mondiale cento città contro il dolore

Magic BlueRay è stato felicissimo di partecipare all'evento organizzato dal dr. Stefano de Santis, responsabile presso il Servizio Cure Palliative e Dolore Oncologico e Dirigente Medico I livello oncologo presso Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini e i suoi collaboratori Cristina Borghesi e Daniele Giovannoni, nella Giornata Mondiale cento città contro il dolore promossa dalla Fondazione Isal. Informare e sensibilizzare sono state le parole chiave che ci auguriamo non vengano triturate nel frullatore della vita quotidiana (espressione tanto cara a Dario) ma che continuino a viaggiare a vele spiegate e a raggiungere quante più persone possibili perché ignorare, o pensare che non siano situazioni che ci possano riguardare da vicino, non è mai l'atteggiamento giusto da tenere.

Per vedere le foto dell'evento clicca qui

lunedì 28 settembre 2015

I premiati della seconda Ragunanza di Poesia

L’ A.P. S. Le Ragunanze con i patrocini del Consiglio Regionale del Lazio, Roma Capitale XII Municipio, Ambasciata di Svezia, Magic BlueRay, ArteMuse di David and Matthaus, Turisport Europe comunica i nominativi di tutti gli autori premiati ai quali vanno i complimenti della Giuria composta da: Roberto Ormanni (Presidente di Giuria), Dario Amadei, Elena Sbaraglia, Alberto Bivona, Giuseppe Lorin e Michela Zanarella.

La premiazione ci sarà domenica 18 ottobre a Villa Pamphili

Sezione a tema libero:
Il petalo del giorno dopo – Marco Managò
Moto a luogo – Bartolomeo Bellanova
Sulla bellezza – Nuccia Martire

Menzioni d’onore:
La mia strada – Vinicio Salvatore Di Crescenzo
Mare e nembi – Gianni Di Giorgio
Germogli– Antonella Monaco
Una donna cigno- Renato Fiorito
Gli uomini hanno tutti mani grandi– Virginia Murru
Il fuoco degli anni – Vincenzo Lubrano
Invisibili – Cristina Biolcati


Sezione natura:
Dieci sievert – Marco Marra
Nei borghi – Nuccia Martire
Piovra metropolitana – Franco Campegiani

Menzioni d’onore:
Deepwather Horizon – Renato Fiorito
Terrafiglia – Barbara Bracci
Ritorno a Montemaggiore– Francesca Luzzio
Credere oltre l’impossibile- Anna Manzo
Disincanto– Renato Volpone
Natura viva – Vincenzo Lubrano
Affresco – Maria Miraglia

sabato 26 settembre 2015

Educare alla narrazione creativa

Ci sono attività che regalano grandi emozioni ed hanno tra gli aspetti fondamentali quello di fermarsi ad ascoltare, arte ormai rara in un mondo come quello attuale, dominato dalla tecnologia e legato alle performance. 
Quando gli interlocutori principali sono i bambini e le insegnanti l’unico atteggiamento che si può assumere è quello umano, empatico, proteso verso l’altro. 
Secondo Dario Amadei (medico, co-fondatore di Magic BlueRay, autore di libri per ragazzi ed esperto di bibliolettura interattiva e narrazione creativa) quando si entra in una classe per la prima volta è fondamentale presentarsi in punta di piedi, lasciando fuori dalla porta ogni delirio di onniscienza e aspettare che i bambini accolgano nel loro mondo. Parlare il loro stesso linguaggio è ciò che distingue un bravo educatore da un educatore bravo. 
“Le storie esistono già dentro di noi” dice sempre Amadei in apertura dei suoi seminari “basta solo saperle ascoltare e dar loro voce”. Preparare i bambini alla ricerca della storia che hanno dentro è tra le basi di una buona didattica e per farlo è necessario lasciare vagare l’immaginazione, essere recettivi, aperti e disponibili ad ascoltare in modo positivo e libero da pregiudizi. Non bisogna frenare lo spirito creativo che emerge, anche se sembra che abbia lontanamente a che fare con quanto si sta producendo e questo perché ogni bambino ha i suoi tempi e i suoi modi per arrivare all’obiettivo. Se viene posto un freno all’elaborazione il bambino si autocensurerà e confinerà lo spirito creativo dentro di sé. 
Lo psicologo Jerome Bruner affermava che il bambino non è un recipiente vuoto da riempire di nozioni, ma è qualcuno capace di ragionare, di fare senso, sia per conto proprio che attraverso il dialogo con gli altri. Il bambino viene considerato capace non meno dell’adulto di riflettere sul suo stesso pensiero e di correggere le sue idee e le sue nozioni attraverso la riflessione.
"È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena". Questa frase di Michel de Montaigne, ripresa dal filosofo e sociologo Edgar Morin, racchiude l’essenza di quanto sperimentato in questi anni di laboratori di narrazione creativa. 
I bambini amano raccontare, amano le parole che danno senso alle loro idee, cercano il confronto, stanno sempre con le mani alzate desiderosi di esprimersi e sanno ascoltare gli interventi dei loro compagni e degli adulti. 
Il principio narrativo aiuta i bambini a creare una versione del mondo in cui possono immaginare un posto per sé, un mondo personale. Introdurre strumenti narrativi, come la fiaba, o il racconto breve di diverso genere letterario, permette di elaborare la storia della propria vita facendo intervenire personaggi e ambienti in cui identificarsi. 
È noto che i bambini apprendono per imitazione, imparano dall’esposizione didattica, ma vanno visti anche come pensatori. La comprensione viene promossa tramite la discussione e la collaborazione, che incoraggiano il bambino a esprimere meglio le sue idee, attuando un incontro con le menti di altri che possono avere dei punti di vista diversi.
E di apprendimento collaborativo si parla quando i bambini esprimono e correggono le proprie credenze nel dialogo.
Durante la giornata finale di un laboratorio ci piace sempre ringraziare i bambini perché nelle ore in cui siamo stati insieme ci hanno regalato tanto. Ci hanno insegnato a guardare il mondo con i loro occhi, ci hanno fatto capire che per raggiungere un obiettivo, che nel nostro caso è raccontare una storia, sono necessarie le idee di tutti e tutti aggiungono qualcosa durante il viaggio sulle ali della fantasia. I bambini ci hanno insegnato che lavorando insieme ci si diverte di più e che ci si può esprimere liberamente senza essere giudicati. Ci hanno anche insegnato che si può imparare giocando e che è bello nutrirsi di pane e meraviglia. 
L’interazione che la narrazione creativa genera fa sperimentare ai bambini un senso di efficacia personale e di piacere, perché si sentono riconosciuti e confermati. La narrazione aiuta a riflettere, a produrre idee e a identificarsi con l'altro. È uno strumento didattico potente e allo stesso tempo ludico, che educa al rispetto reciproco e al confronto i bambini, sempre più smarriti nell’incomunicabilità generata da una “Tecnologia Nera” (cit. Dario Amadei) spietata.
I bambini purtroppo tendono ad imitare i protagonisti e i gesti dei loro videogiochi preferiti e dei cartoni animati che li bombardano quotidianamente ed è per questo che l’emozionalità nata durante la narrazione creativa assume un valore educativo molto importante. 
Raccontare fiabe è identificarsi con il personaggio a cui danno vita e il compito dell’insegnante o dell’esperto, che in quel momento li guida lungo la scala della narrazione, è quello di incoraggiarli a far fluire liberamente le loro idee, a confrontarsi e ad ascoltare i compagni per giungere insieme al traguardo comune che è quello di dar vita alla loro storia.
Ognuno di noi ha la possibilità, con la narrazione, di esternare il suo mondo interiore, trasmettendo le sue emozioni e rendendo concrete, nella parola scritta, delle situazioni importanti della sua vita. 
Come dice spesso Dario Amadei, il mondo attuale vuole sempre più convincerci che solo alcune persone sono abilitate a raccontare storie (gli sceneggiatori, gli scrittori, i giornalisti) ed è quindi un importantissimo compito degli educatori far recuperare ai bambini la capacità di raccontare delle storie che altrimenti rimarrebbero per sempre imprigionate dentro di loro. 
Elena Sbaraglia


Bibliografia
Bruner J., La fabbrica delle storie, Editori Laterza, 2002
Bruner J., La cultura dell’educazione, Feltrinelli, 2001
Goleman D., Ray M., Kaufman P., Lo spirito creativo, Rizzoli, 1999
Sbaraglia E., Step by step, la tecnica di scrittura creativa di Dario Amadei, Edizioni Simple, 2013

domenica 30 agosto 2015

La città Dadisè

E giovedì 3 settembre alle ore 19:30 saremo con Graphofeel edizioni alla manifestazione "La città Dadisè" presso il Casale Michele Testa in V.le Filippo De Pisis, 1

19.30 INCONTRI A PRIMA SERA
Spazio per conversazioni e incontri letterari, musicali, culturali, bookcrossing, etc.

Stefania De Matola, Laura Pacelli: Manuale di grafologia – Graphofeel
introduce: Elena Sbaraglia (psicologa)



mercoledì 26 agosto 2015

Se ti prendono quei cinque minuti: Uno di Richard Bach

Se ti prendono quei cinque minuti
Rubrica social letteraria a cura di Magic BlueRay
www.magicblueray.it

Starring: Dario Amadei
Libro: "Uno" di Richard Bach




Se avete scritto un libro e volete che Dario Amadei ne parli in questa rubrica contattateci su magicblueray@gmail.com

lunedì 24 agosto 2015

Let it Lok: Il senso della piccolezza

Diario di bordo 24/08/2015 - Esperienze yoga 
Ecco a voi alcune riflessioni scaturite dalla bellissima esperienza di meditazione praticata stamattina. 

Distesa ad occhi chiusi sul mio letto, nella mia camera, con i palmi aperti alla vita e rivolti verso l'alto, ho accolto una nuova piccola consapevolezza. 
Ho focalizzato tutta la mia attenzione sullo spazio in cui mi trovavo, un letto, racchiuso in una camera, parte di una casa, situata al secondo piano di una palazzina, in una piccola città, in un immenso mondo. Con un brivido vertiginoso mi sono resa conto della mia piccolezza: una minuscola donna in un cosmo infinito di luce. 
In un primo momento è stato deludente e terrorizzante, mi sono sentita persa ed insignificante, una nullità. Noi uomini del XXI secolo, siamo troppo abituati a sentirci superpotenti, indistruttibili, siamo maniaci del controllo e bramosi di potere, al punto da renderci desiderosi, e sicuri di poter manipolare e gestire le vite della gente che ci circonda secondo le necessità del nostro ego. Vogliamo che tutto sia perfetto, e sacrifichiamo la libertà altrui pur di soddisfare questa negligente esigenza, perché ignari, volontariamente o meno, del fatto che il nostro ideale di perfezione potrebbe non corrispondere a quello altrui. Spesso tutti questi meccanismi agiscono segretamente nel nostro inconscio, ed è una grossa fatica già prenderne atto, e ammettere a noi stessi che, di frequente le nostre azioni sono il riflesso di chissà quale istinto oscuro e scabroso, più utile al nostro ego, che al nostro spirito. 
Ecco perché assaporare, sentire, vivere la nostra piccolezza è già un’enorme conquista, e inciampare in un crollo emotivo e psicologico è alla portata di tutti, quando si viene a contatto con la propria piccolezza. Metaforicamente parlando, è come se arrivasse un nuovo profeta e spifferasse a Dio che non è stato lui a creare il Mondo e tutto il resto: beh credo che Dio si suiciderebbe, perché se è vero che è a immagine e somiglianza dell’uomo, allora nel momento in cui gli venissero a mancare le sue certezze, e dunque il suo potere, si sentirebbe inutile e persino lui taglierebbe la corda. 
Dopo questo attimo di generale sconforto, pian piano è iniziata ad affiorare una nuova sensazione bella, limpida e libera, a cui ho dato questo nome “ Senso della piccolezza”. 
Nei miei minuscoli limiti ho iniziato ad avvertire un certo senso di benessere e conforto: ero esattamente nel posto in cui avrei dovuto essere in quel momento, e cioè dentro me stessa, e allo stesso tempo, dentro l’universo: tutto e uno, uno e tutto. Nella mia piccolezza, e con la piena consapevolezza del mio corpo, e dello spazio circostante, mi sono sentita una nota scritta esattamente al posto giusto in una fantasia armoniosa, un’invisibile parte del Tutto, senza la quale il Tutto non avrebbe la stessa armoniosa ed equilibrata armonia. È stata una sensazione incredibilmente grande e affascinante, eppure così difficile da descrivere. Il Senso della piccolezza potrebbe essere il senso della nostra stessa esistenza: non abbiamo bisogno di compiere imprese titaniche, né prendere il sopravvento su tutto e tutti; non dobbiamo abusare della piccolezza altrui, né irrompere nella loro armonia, per creare la nostra. 
La perfezione è nella nostra piccolezza, perché solo le infinite minuscole gocce dell’oceano, fanno si che l’oceano esista.
Filomena Lok Locantore

giovedì 23 luglio 2015

La poetessa e scrittrice Michela Zanarella ha scelto Magic BlueRay

Magic BlueRay di Elena Sbaraglia e Dario Amadei comunica ufficialmente l’incarico come agente letterario dell’autrice Michela Zanarella. 
In qualità di realtà di promozione culturale sul territorio nazionale, rappresenterà e affiancherà la scrittrice garantendole la meritata visibilità sia per la diffusione mediatica sia per gli eventi che la vedranno protagonista.
Sarà il portavoce dell’autrice sul web e non solo e con la massima serietà professionale, cercherà di accedere ad un’ampia cerchia di lettori. Fornirà servizi fotografici, realizzerà video degli eventi, booktrailer delle opere e tanti altri servizi su misura.
Non racconterà ciò che già sapete sull’autrice, ma vi consentirà di conoscere i suoi pensieri sulla poesia, sull’attualità, su tutto ciò che fa parte del suo mondo quotidiano e sul lato umano di una giovane donna che si è messa in gioco attraverso la scrittura. Step by step vi accompagnerà nella sua vita di tutti i giorni.

Magic BlueRay
www.magicblueray.it
magicblueray@gmail.com

sabato 11 luglio 2015

Seconda Ragunanza di Poesia

L’A.P.S Le Ragunanze in collaborazione con Magic BlueRay, ARTeMUSE e Turisport Europe presentano la Seconda Ragunanza di “POESIA”
La scadenza per l’invio dei testi è domenica 30 agosto 2015
Premiazione domenica 18 ottobre 2015
Per leggere il bando clicca qui


lunedì 22 giugno 2015

Serata di bibliolettura interattiva

Serata di bibliolettura interattiva “Che libro sei, sei stato o vorresti essere?”

Martedì 7 luglio 2015 ore 19:00

presso il Circolo della Duchessa, Via Duchessa di Galliera 10

Siete tutti invitati a portare il vostro libro preferito e a condividerne impressioni ed emozioni con Dario Amadei e con i presenti.

(massimo 10 partecipanti, prenotazione obbligatoria)

Sarà offerto uno spuntino letterario

Quota di partecipazione 10 euro

Info e prenotazioni
magicblueray@gmail.com -- 3297193354

domenica 14 giugno 2015

Seconda Ragunanza di Poesia

L’A.P.S Le Ragunanze in collaborazione con Magic BlueRay, ARTeMUSE e Turisport Europe presentano il regolamento per la Seconda Ragunanza di “POESIA” con premiazione domenica 18 ottobre 2015.

La partecipazione alla Seconda Ragunanza di “POESIA” è aperta a tutti coloro che dai 16 anni in su – per i minorenni è necessaria l’autorizzazione dei genitori o di chi ne fa le veci -senza distinzioni di sesso, provenienza, religione e cittadinanza, accettano i tredici (13) Articoli qui specificati. 
La frase sopra menzionata “per i minorenni è necessaria l’autorizzazione dei genitori o di chi ne fa le veci”, vuol dire che chi non ha compiuto 16 anni può partecipare alla Seconda Ragunanza di Poesia, previa l’autorizzazione scritta e firmata da entrambi i genitori che dovranno allegare alla loro autorizzazione la fotocopia della loro carta d’identità.
I nostri 7 GIURATI valuteranno gli scritti pervenuti, a loro insindacabile giudizio!

Per leggere il REGOLAMENTO clicca qui

martedì 2 giugno 2015

Let it Lok: Momenti di vertigine

A volte mi gira la testa, sento la leggerezza attraversarmi, la mente vuota. Mi sento leggiadra camminando e libera pensando. E immagino mondi paralleli, realtà colorate, paesaggi infiniti. E visualizzo me stessa vagare serenamente per profumate sinuosità di ignote terre.
A volte mi sento nel blu immenso dei Caraibi, volteggiare sulle acque come Gesù. Altre volte spirare col monsone nel Tamilandu, o camminare senza mai stancarmi sul bordo vertiginoso dei vulcani africani.
Ecco sì, mi capita a volte di sentirmi una pellegrina: in sintonia con la grandezza del cosmo e l’energia dell’esistenza. In armonia con le cose più incredibilmente piccole e con quelle strabilianti e grandi, con le persone più remotamente lontane e con me stessa. Pellegrina nel mondo, ma in primis, nella mia essenza.
E la testa permane nel suo vortice, mentre io non cerco nulla: rigorosamente vago, senza affanni. Pellegrina senza radici, né ambizioni. Respiro e mi piace la sensazione di freschezza nei miei polmoni e quella di novità nei meandri della mia mente. Ogni passo è un’invitante scoperta di vitalità, ogni molecola di ossigeno una vibrazione. I piedi sfiorano coscienti la sabbia e affondando leggiadri tracciano solchi verso il niente o l’immensità del tutto. Posso avvertire ogni singolo granello di sabbia calda solleticarmi la pelle dura che sorregge il mio corpo e assicurare un piacevole conforto al mio interminabile cammino.
Sento ogni poro della mia pelle risvegliarsi sollecitato dalla sensazionale sensazione di infinito: il brivido della vita. 
Filomena Lok Locantore


giovedì 28 maggio 2015

Diverso da chi? Progetto intercultura classe II B

Diverso da chi? è un progetto d'intercultura a cura di Magic BlueRay presso l'I.C. Bravetta di Roma, scuola primaria E. Loi, classe II B a.s. 2014 - 2015



Diverso da chi? Progetto intercultura classe II A

Diverso da chi? è un progetto d'intercultura a cura di Magic BlueRay presso l'I.C. Bravetta di Roma, scuola primaria E. Loi, classe II A a.s. 2014 - 2015



lunedì 18 maggio 2015

Magic BlueRay compie 5 anni!!!

Magic BlueRay compie 5 ANNI!!! Auguri a noi che ci abbiamo creduto, che ci stiamo credendo e che ci crederemo sempre... Auguri a voi che avete permesso il raggiungimento di questo importantissimo traguardo. Per noi sarà il punto di partenza di nuove ed entusiasmanti avventure che naturalmente continueremo a vivere insieme a voi che tanto ci avete dato e che, speriamo, continuerete a darci... Noi ci nutriamo dei vostri sogni, delle vostre idee, del vostro entusiasmo e in gioco mettiamo i nostri sogni, le nostre idee, il nostro entusiasmo perché continuare ad meravigliarci sempre della vita è quello che ci riesce meglio fare e se siamo in tanti a meravigliarci, riempire il mondo di colore e di bellezza è quanto di più facile si possa ottenere... Ringraziarvi uno per uno è impossibile, ma voi sapete che il nostro GRAZIE è sincero e dettato dal più profondo del nostro cuore!!! 
Un abbraccio e buoni sogni!!! 
Dario e Elena

giovedì 16 aprile 2015

I premiati della Prima Ragunanza di Narrativa Breve

L’ A.P. S. Le Ragunanze con i patrocini del Consiglio Regionale del Lazio, Roma Capitale XII Municipio, Ambasciata di Svezia, Magic Blue Ray, ArteMuse di David and Matthaus, Frequenza Zero Comunications comunica i nominativi di tutti gli autori premiati ai quali vanno i complimenti della Giuria composta da: Roberto Ormanni (Presidente di Giuria), Dario Amadei, Elena Sbaraglia, Giovanni Fabiano, Alberto Bivona, Giuseppe Lorin e Michela Zanarella.

Primo classificato (coppa) : Renato Volpone con il racconto “Il grande albero”
Secondo classificato: (targa) ex equo Francesca Romana Mainieri con il racconto “Il medico delle farfalle” e Fiorella Cappelli con il racconto “La bicicletta dal sellino rosso”
Terzo classificato: (medaglia) Silvia Offria con il racconto “Un’altra vita”
Dal quarto al decimo classificato saranno consegnate le Menzioni d’Onore (cartiglio pergamenato) a:
4° Bartolomeo Bellanova con il racconto “L’insolito inizio d’anno della bicicletta Paloma”
5° ex equo Allie Walker con il racconto “Mia madre” e Maddalena Corigliano con il racconto “L’incontentabile dark”
6° ex equo Gerardo Giordanelli con il racconto “Pasquetta” e Anna Manzo con il racconto “In giro per Borgo San Martino”
7° Maria Carla Renzi con il racconto “Oggi”
8° Vinicio Salvatore Di Crescenzo con il racconto “Il triste canto della natura”
9° Chiara Magliacane con il racconto “La rinascita di Mark”
10° Francesca Luzzio con il racconto “Palermo Felix?”

Ringraziamo tutti gli autori che hanno partecipato con le loro opere alla prima Ragunanza di Narrativa breve. Agli autori che non rientrano in classifica che saranno presenti alla cerimonia di premiazione sarà consegnato attestato di partecipazione.

La premiazione si terrà domenica 10 maggio a Villa Pamphilj, nella Cascina del Bel Respiro, conosciuta come "la vaccheria dei principi Pamphilj" a partire dalle ore 10,30 (di fronte al bistrot del parco), ingresso da Via Vitellia 104

giovedì 26 marzo 2015

Let it Lok: Attraverso i miei occhi

Per rompere un po’ il grigiore e l’uggiosità di questa Primavera che da buona donna, è altamente in ritardo, ho deciso di accontentare le richieste di un mio caro lettore, curioso di sapere com’è per Lok guardare il mondo con gli occhi di un’altra persona. Tema che cade a pennello, visto che da poco ho terminato la toccante lettura di “Cecità”, incredibile romanzo mozzafiato di José Saramago, il quale attraverso il racconto di un’immaginaria epidemia dovuta ad un misterioso morbo, ha tracciato una straziante distopia, metafora dell’attuale condizione umana. Un po’ come Shakespeare, eterno ossessionato dell’ottica e del significato intrinseco degli occhi, dunque, in questo periodo sono molto sollecitata da questa attraente tematica. Gli Occhi sono essenziali, sono gli intensificatori delle emozioni, sono la finestra sulla realtà, e lo specchio dell’universo che conserviamo dentro di noi. Credo che avere Occhi per sé stessi sia un’ardua impresa, di fatto oggigiorno la maggior parte della gente preferisce non vedere; fingersi ciechi comporta favorevoli vantaggi, come ad esempio rinunciare al timore di una realtà che temiamo, o ripararsi dal rischio di sbagliare, deludere, fallire, perdere. E allora la Cecità ci salva da qualsiasi tipo di inconveniente: non guardiamo più attraverso la limpidezza della nostra iride,bensì trapeliamo tutto attraverso il vetro appannato della nostra mente. E non lo facciamo solo con gli altri, anzi… e allora il passo fondamentale prima di poter immetterci nella vista di qualcun altro, è quello di avere Occhi per noi stessi.
“Siamo capaci di guardarci veramente? O siamo il riflesso di una nostra idea, la proiezione di un nostro preconcetto mentale? Cosa vediamo? Perché?”
Trovare delle risposte non è semplice come può sembrare, però se lasciate fare ai vostri Occhi, e non al vostro pensiero, è garantito che prima o poi queste arriveranno. Forse, dopo questo enorme passo, potrete accingervi alla “presunzione” di vedere il mondo con gli occhi di qualcun altro. Per quanto mi riguarda, sin da bambina sono stata sempre molto sensibile e comprensiva con tutti coloro che mi circondavano, ero la spalla su cui sfogarsi, la porta a cui bussare quando c’era bisogno di conforto, l’animo placato capace di mettere pace; una volta, da adolescente, qualcuno di molto esperto mi suggerì addirittura di intraprendere la strada della psicologia, vista la mia inusuale sensibilità e la mia insolita capacità di introspezione. Bé dunque credo che questi “apprezzamenti” derivassero dalla mia capacità di guardare attraverso gli Occhi degli altri, in un certo senso. Il problema era che all’epoca non avevo ancora la capacità di Guardare a me stessa, e finivo per lasciarmi impantanare in realtà che non mi appartenevano. Penetravo così in profondità nel mondo visto dagli altri, che alla fine le loro angosce, le loro paure, i loro timori, i loro incubi, le loro paranoie finivano per tormentare anche me. Capite? Non avevo Occhi per me che mi permettessero di distinguere il mio Io da tutto il resto, con la conseguenza che forse non vivevo neanche per me, ma sicuramente in funzione di qualcun altro, risultandone condizionata in qualsiasi scelta,accadimento, sentimento, sensazione. Crescendo e studiando ho riscoperto il valore dell’Essere, e non dell’essere una proiezione; e allora mi sono impegnata ogni giorno di più per combattere questa mia cecità, e riscoprire la mia autentica Vista; all’inizio ho avuto paura, tanta paura, ciò che scoprivo era sempre più inquietante e sorprendente. 
La stessa consapevolezza di essere stata per anni condizionata da altra gente, anche inconsciamente, senza essermene resa conto, e la scoperta che Io stessa avevo permesso e autorizzato la manipolazione del mio essere, mi mandava in crisi e mi induceva a indietreggiare. Avanzando in questa sorta di viaggio verso la luce, però ho appreso il valore che ha la stessa consapevolezza di essere ciechi: qualcosa che non ci appartiene è di più facile espulsione rispetto a qualcosa intrinseco del nostro essere; e allora incoraggiata da questa convinzione ho compiuto un passo dopo l’altro , e non mi sono ancora fermata. Il viaggio dentro i nostri Occhi non si arresta mai, è infinito. Però, anche se forse non sono neanche a metà strada,mio caro lettore, sono certa di aver capito com’è, o almeno cos’è, cosa significhi guardare il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona. È guardare alla vita da un’altra prospettiva, avere la mente aperta, pensare oltre le barriere, oltre i propri pilastri, le proprie convinzioni, i propri credo; credere che sia possibile ciò che per noi è irrealizzabile, conoscere un’emozione al di fuori della nostra gamma; immergersi a Occhi aperti nel mondo interiore dell’altro, capirne le emozioni, comprendere ogni brivido, ogni lacrima, ogni sospiro, ogni sorriso; capire perché la sua visione è diversa dalla nostra, scoprire le radici di questa divergenza; e magari se abbiamo un’anima Piena, una volta esplorato il mondo dell’altro potremmo, dopo la comprensione, condividere una consapevolezza e se ci è permesso e c’è bisogno, aiutare l’altro a nutrire questa Conoscenza passo dopo passo. Dobbiamo fare attenzione, però ,a che questo nuovo universo non diventi il nostro: gli occhi possono combaciare, ma le strade è bene che rimangano ben delimitate e nettamente definite, ciò che vediamo con gli occhi degli altri non fa parte di noi. Stiamo andando incontro all’altro per portarlo alla luce, non per essere travolti nuovamente dalla Cecità. Vedere con Occhi diversi non implica entrare a far parte di un mondo che non ci appartiene, vivere concezioni, traumi e condizioni che non sono nostri; significa meramente Vedere, al massimo comprendere, accettare o rifiutare, amare di più o di meno in base alla nostra reazione, emozionarsi, ma non un gradino in più. Vedere, non accecarsi!
E allora cari lettori, spero abbiate Occhi per leggere e Vedere oltre queste mie righe!

Un abbraccio
Filomena Lok Locantore

martedì 3 marzo 2015

Il soffio dei ricordi al Caffè Letterario

Grande successo al Caffè Letterario per Antonella MonacoIl Melograno e Magic BlueRay!!!
Grazie a tutti gli amici che ci hanno fatto sentire il loro affetto e alle persone che sono intervenute!!!
Per vedere le foto clicca qui


giovedì 26 febbraio 2015

Let it Lok: L'amore

Maksim-Samasiuk-Fotolia.com
Amore... Ho conosciuto l’amore in tante diverse sfaccettature, ne ho assaporato tante differenti sfumature, e vi dico innanzitutto che l’amore è il motore della vita: non esiste sentimento più autentico in grado di farci sentire più autenticamente vivi, perché solo l’amore è capace di rapirci corpo, mente e anima. Questa volta vorrei parlare dell’amore nel senso più comune cui tutti vi si riferiscono al giorno d’oggi, ovvero l’“amore di coppia”, concedetemi questa espressione un po’ riduttiva e dispregiativa, a mio parere.
Sono soltanto una ventunenne, ma questa tematica intensamente mi affascina e mi intriga, ragion per cui impiego molto del mio tempo osservando come l’amore agisce e si manifesta tra la gente, giovani, adulti, anziani, single, fidanzati, sposati, divorziati, persino bambini. E tristemente vi annuncio che raramente ho visto due persone Amarsi, ma davvero, nel senso più autentico ed essenziale, di quell’amore reale, che secondo me dovrebbe essere vero, puro e incondizionato come la fragranza di un fiore. Viviamo nell’era dei social network, nell’età dell’ansia, della depressione: siamo diventati così complicati, fragili e problematici, che tutte le paranoie e le futilità non hanno riservato neanche un misero angolino all’Amore. Date un’occhiata dentro di voi: quanto amore è fiorito nel vostro cuore? Quanto siete capaci di Amare la persona che vi è accanto, o che state aspettando, o che avete perso? Non sono forse i vostri sentimenti sempre sovvertiti da qualche minacciosa ombra di timore, senso di bisogno, paura di solitudine, senso di competizione, di dovere, di obbligo? Quanti di voi si sentono pienamente e felicemente a proprio agio accanto al loro partner, quanti non desidererebbero neanche per un attimo di trovarsi in un altro posto, accanto ad una persona diversa? Quante volte pretendete attenzioni, rispetto, affetto, comprensione, pretendete di essere posti al centro della vita del vostro partner, al primo posto, davanti persino a sé stesso? E quante volte nel vostro profondo siete coscienti che forse, voi, non sareste mai in grado di fare nulla del genere per il vostro amato, o almeno non senza la certezza di essere ricambiati? Non abbiate paura delle risposte, semplicemente cercatele, e siatene consapevoli.
Guardandomi attorno, sono giunta alla conclusione, che tutti nasciamo con un enorme potenziale di amore nel cuore: nei bambini che si amano, ho visto i sentimenti più belli e spontanei perché i bambini non hanno peli sulla lingua né castelli della mente, amano con innocenza perché sono pieni d’amore, e non chiedono nulla in cambio. Crescendo, però siamo portati a smarrire questa genuinità, e l’amore diventa una “tragedia”, come qualcuno lo ha definito; o meglio noi rendiamo l’incredibilità dell’amore un mero affollarsi di dubbi, domande, pretese; e la considerazione più amara che vi pongo innanzi agli occhi è che basta un nonnulla a far si che tutto ciò sfoci in odio, rancore, vendetta: è sufficiente che qualcosina nell’ingranaggio cessi di funzionare per un attimo, e in preda al terrore, piuttosto che comunicare, per un crudele bisogno di sentirci forti, sputiamo merda sul cosiddetto “amato”, infischiandocene del suo intimo sentire: è sempre più facile prendersela con l’altro, piuttosto che affrontare i propri dissidi interiori, no? E diamo la colpa all’amore, ai suoi problemi, alle sue controversie, tralasciando il fatto che forse siamo noi ad avere le colpe, perché di fatto, siamo incapaci di amare, a cuore aperto e mente limpida, e nei casi eccezionali schiudere persino l’anima.
Non confondiate queste mie realistiche osservazioni con una visione pessimistica dell’ “amore di coppia”, perché queste mie “denunce” vogliono essenzialmente essere una scossa alle vostre consapevolezze, affinché iniziate a guardare la persona che vi è accanto con i veri occhi dell’amore. Che possiate purificarvi da tutto ciò che non è amore, aprirvi, e viverlo quando c’è, lasciarlo andare quando cessa, senza rancore, senza indignazione.
Io ci credo nell’Amore, (perché su per giù un paio di volte), ho provato la gioia di questo sentimento, così travolgente e rinvigorente. Forse da più piccola anch’io l’avevo confuso con altri sentimenti, però a 20 anni ti conosci, e sai riconoscere anche quando sei innamorato. Quando l’amore, quello puro e incondizionato, vive in te sei tutto rapito, ti senti estatico, qualunque difficoltà sorga, non è un problema perché l’amore tutto guarisce; non esistono paure, né del passato, né tanto meno del futuro, perché ami, e non chiederesti nulla di più; ti senti imbattibile, combatti, ma non te ne rendi nemmeno conto, perché in amore le lotte non si chiamano battaglie, bensì doni; ami, e se non sei ricambiato come vorresti non importa, perché il tuo amore è sufficiente ad abbracciare anche l’altro; sei pieno e vuoi condividere tutto, felicità, tristezza, libertà, malinconia, spensieratezza, speranza, pensieri, parole. Quando ami c’è empatia, vivi nell’altro, e l’altro vive in te, nel bene e nel male, e il male appare più dolce, quando qualcuno ti ci accompagna per mano; i respiri si sovrappongono, i cuori pompano sangue all’unisono, basta una carezza e la pelle ti si accappona tutta. Quando c’è amore, si cammina mano nella mano, nessuno rincorre nessuno, perché si è in sintonia, si respira complicità, anche nelle cose più futili della quotidianità. Certo, gli incidenti di percorso non mancano a nessuno, ma si impara ad affrontarli in due, piuttosto che chiudersi in sé stessi.
Ricordo con dolcezza gli attimi dei miei amori trascorsi, ma più di tutto mi sovviene un pomeriggio di mezza primavera, quando camminavamo a piedi nudi in riva al mare, ridendo e scherzando; qualche giorno prima una brutta discussione, e poi uno scooter che sfrecciava sotto il sole verso la pace, accompagnato da canti liberatori, un po’ stonati e sommessi dal rombo del motore. In quel momento non mi mancava nulla, mi sentivo così pienamente me, così liberamente Filomena, era favoloso. Non avrei per niente al mondo voluto trovarmi in un altro posto dell’universo: il mio paradiso era esattamente lì, in un pomeriggio di aprile, su quella sabbia ancora un po’ fredda e umida. Il tempo era sparito, come il mondo attorno: eravamo solo noi, gli sguardi di tenerezza, le poesie d’amore, due corpi intrecciati, la voglia di vivere e tanta voglia di perderci l’uno nell’altra.
È fantastico l’amore! Dovete solo lasciargli spazio!

Filomena Lok Locantore

lunedì 26 gennaio 2015

Let it Lok: Paura

Quando ci siamo dentro è difficile uscirne, e soprattutto renderci consapevoli. Perché in qualche arcana maniera conosciamo la verità, ma preferiamo non dischiuderla a noi stessi, perché abbiamo paura. Dare libero sfogo alla nostra primordiale essenza, al nostro puro essere ci terrorizza. E allora ci creiamo le prigioni.
Temiamo la mutabilità, ci ancoriamo all’abitudine, alla sicurezza. Ci muriamo nei castelli della nostra mente, visto che ciò che è al di là delle mura di cinta ci fa tremare; e allora prediligiamo la confortevole consuetudine di professare la libertà, mentre in realtà, stiamo erigendo, mattone dopo mattone, la nostra peggiore galera.
Nel pozzo sepolto, giace muta la certezza di essere ammanettati, eppure optiamo ogni nuova mattina, ogni notte di sconforto, per l’illusione di vivere la vita che desideriamo. Scegliamo di persuaderci che tutto sia esattamente come lo vorremmo, e che ci troviamo nel posto dove desidereremmo essere. E così facendo, ci allontaniamo via a gambe levate: via dalla meritevole conoscenza, via dalla realistica essenza, via da noi stessi.
È un po’ come l’attimo in cui devi attraversare la strada, e non ci sono semafori a infonderti rassicurazione. Guardi, e riguardi, e pensi, aspettando l’attimo meno rischioso; le auto sono ancora troppo lontane, anzi neanche ne vedi l’ombra, eppure c’è qualcosa che blocca la pianta dei tuoi piedi, una super potente colla vinilica che ti tiene in trappola tra l’ansia di raggiungere il marciapiede opposto e l’insinuante pensiero  di essere stroncato da un pirata della strada. Forse è tutto inconscio, ma questo meccanismo agisce, e ti incatena. E mentre le tue mani sudano a freddo, i tuoi insidiosi pensieri manipolano la realtà, e la sponda di fronte a te appare sempre più irraggiungibile, tic toc, tic toc, il tempo scorre, e una nuova paura si insedia sinuosamente nei meandri della tua mente: ti accorgi, disperato, di essere in procinto di perdere il bus. L’orchestra della tue testa continua a suonare con eleganza paranoiche sinfonie. E il paradosso accade: una nuova paura scaccia quella vecchia e finalmente ti lanci sulle strisce pedonali. In quel momento non ti sei liberato, anzi hai aggiunto un altro mattone alla tua cella: il tuo coraggio è fittizio. E nel frattempo, scopri deluso che hai anche perso l’autobus, e senza di quello non potrai mai arrivare puntuale all’occasione della tua vita. Perché? Perché senza un dispositivo meccanico che ti suggerisca il momento perfetto per attraversare ti senti perso. Sapete da dove nasce l’appellativo pirati della strada? Beh, la risposta è ovvia: non rispettano il codice della strada, quindi figuratevi se una luce verde o rossa faccia la differenza. Eppure hai lasciato condizionare te stesso e la tua esistenza da un pensiero tenebroso, e futile. È ciò che accade quotidianamente, ed in ogni momento: la paura guida le nostre azioni, i nostri desideri, i nostri modi di fare. Siamo incastrati in meccanismi impercettibili e non vogliamo rendercene conto, e questa stessa consapevolezza, piuttosto che darci stimoli per liberarci, ci rende ancora più prigionieri. E allora l’unica soluzione, per raggiungere il marciapiede opposto è lanciarsi, naturalmente scrutando a destra e a manca con consapevolezza e pienezza, ma senza bombardarsi la mente e distruggere la realtà, ed imparare così a vivere senza semafori!
Filomena "Lok" Locantore

venerdì 23 gennaio 2015

Road Show Letterario

Magic BlueRay e Graphofeel SRL con la collaborazione di AirTerminal Viaggi e Vacanze presenta il primo Road Show Letterario "Napoli attraverso gli occhi, la bocca e la penna di Maurizio De Giovanni" dal 20 al 22 febbraio a Napoli.
Accompagnati da Dario Amadei, scrittore, e da Antonio Perri, docente universitario, i partecipanti vivranno tre giorni intensi: incontreranno l'autore Maurizio De Giovanni, visiteranno i luoghi descritti nei suoi libri e si cimenteranno in un laboratorio di scrittura creativa.

domenica 18 gennaio 2015

Perché la bibliolettura interattiva è diversa

Quando si partecipa ad un incontro di bibliolettura interattiva, ideata e promossa da Magic BlueRay, ci si accorge subito che l’aria che si respira è diversa.
Innanzitutto le sedie sono disposte in circolo e non a platea. Questa è la prima regola, è il cerchio magico che domina la scena, indiscusso al centro della sala e pronto ad accogliere i partecipanti.
Non è la solita presentazione di un libro e di conseguenza non c’è un presentatore, ma un conduttore che viaggia insieme ai partecipanti nei diversi mondi possibili che la narrativa genera.
Il libro è si al centro dell’incontro ma non è necessario averlo letto, perché in realtà è il mezzo attraverso cui l’interazione tra i partecipanti prende vita, stimola le emozioni che fluiscono liberamente e fa nascere le storie che ognuno ha dentro di sé.
Il conduttore inizia a parlare del libro che ha portato, lo racconta, non lo spiega e le sue parole innescano una valanga di sensazioni, di vissuti, di ricordi, di idee che non appartengono solo a lui ma diventano di tutto il gruppo che si lancia in una conversazione spontanea, a volte privata e di grande ricchezza per tutti i partecipanti.
Non c’è solo un libro, ma tanti libri. Ognuno porta il suo, o solo una citazione, e lo condivide con gli altri, tutti sono protagonisti.
La lettura è libertà e quindi nessuno sarà nel cerchio per giudicare la scelta letteraria di un partecipante, perché non è importante lo stile, la forma, la scrittura di un autore, ma quello che la lettura ha suscitato nel nostro animo.
Tutto ciò che nasce all’interno del cerchio magico ha lo stesso effetto delle onde del mare che si creano quando si lancia un sasso, si moltiplicano, si allargano, arrivano lontano…

È questa la bibliolettura interattiva.