venerdì 28 febbraio 2014

"L'Estetica dell'oltre tra poesia e teatro"

Presentazione dello spettacolo "L'Estetica dell'oltre tra poesia e teatro" di Michela Zanarella e Giuseppe Lorin alla Grande Festa della XX Rassegna "La scena sensibile 2014" al Teatro Argot. 
Con Michela Zanarella, Giulio Eccher, Giuseppe Lorin, Filippo di Lorenzo e con la partecipazione straordinaria di Chiara Pavoni, Silvio Parrello, Salvatore Gioncardi
In scena il 10 marzo 2014 ore 21
 

sabato 15 febbraio 2014

Let it Lok: Vi racconto di me!

Era la gelida notte del 2 Gennaio del 1994, quando decisi di venire al mondo, e iniziare questa nuova avventura che si chiama vita, nel Policlinico di Bari. Naturalmente, trascorro la mia infanzia in un quartiere tranquillo di  Montescaglioso, una piccola-grande città nel cuore del Sud Italia, in Lucania. Bimba vispa e perspicace, sostituisco gli omogeneizzati ai piccoli libri, di cui mi nutro voracemente, spinta dall’enorme curiosità di svelare l’ignoto. Da bambina a teenager..e scrivo, descrivo, appunto, e scrivo ancora, sul mio diario top secret; scrivo dell’arrivo della mia sorellina, delle mie prime cotte, dei primi litigi con le amiche, e dei primi contrasti con i miei. Il tempo passa, il mio corpo si modifica, la voce suona diversa, i miei interessi e miei gusti cambiano, ma so per certo che non posso fare a meno di scrivere!
La vera svolta sopraggiunge con la maggiore età. Difatti, tra i vari usuali regali, ce n’è uno, che attira immediatamente la mia attenzione! Si tratta di una semplice e-mail. Un e-mail che rivoluzionerà la mia vita da scrittrice. Perché?! Perché quell’email era la chiave d’accesso a Magic BlueRay. Non smetterò mai di ringraziare mio zio Franco per avermi regalato un sogno.
E così inizio a scrivere storie, modificare fiabe, intrecciare eventi, cimentandomi in un’esperienza del tutto unica.
Grazie alla scrittura creativa, come anche alla costante passione per la lettura, evado in mondi fantastici e paralleli ogni volta che ne ho bisogno; do forma ai sogni notturni e a quelli inconsci; impregno la carta delle emozioni e le sensazioni, che un’esperienza, seppure insignificante, ha scatenato in me. E la passione diventa ancora più gratificante quando c’è un pubblico, e soprattutto quando questo pubblico riesce pienamente a cogliere l’essenza delle mie parole, ed è capace di emozionarsi insieme alle mie storie, come io stessa ho fatto prima che quei racconti diventassero parole su carta. È quasi come trovarsi in empatia con tanti sconosciuti, che, dopo aver letto, si complimentano per averli fatti commuovere. È qualcosa di inspiegabile davvero!
Ad un tratto ho 19 anni, il diploma, tanta voglia di vivere, e soprattutto di continuare ad emozionare. Spesso, nelle cocenti giornate d’Estate sono lì, per le stradicciole del mio centro storico, con il portatile tra le braccia, alla ricerca di ispirazione, alla ricerca di quell’atmosfera particolarmente magica, che mi permetta di estrapolare dal mio porto sepolto le cose più incredibili. Sono lì, totalmente e pienamente abbandonata alla mia più grande passione: la scrittura!
E scrivendo, attorcigliando e rimescolando parole, mi pongo domande, mi conosco meglio, cresco. Dinanzi a me si spiana una lunga strada inesplorata, in cui non vedo l’ora di avventurarmi: la vita universitaria. Ho le idee chiare già da un po’ di tempo, e testarda come sono, non ho intenzione di farmi fuorviare da nessuno. Le redini del mio destino sono soltanto in mano a me. Ormai ci sono quasi. L’estate sembra volare via tra una serata danzante, un tuffo nel profondo blu e una tarantata qua e là. E ci siamo, supero il test di ammissione, qualificandomi settima su circa 300 persone; e questo non può fare altro che darmi quella carica in più per ingranare la quinta e ripartire a gonfie vele.
Settembre. Arrivano gli addii, per così dire, perché in realtà non sarò molto lontana da casa. Piuttosto è un addio alla vita vissuta fino a quel momento, perché un viaggio, uno spostamento, un trasferimento implica indissolubilmente un cambiamento, che sia invisibile o radicale, intimo o superficiale, è pur sempre una trasformazione, ed è inevitabile. L’addio più significativo è sicuramente il bacio dato sulla fronte gelida della mia nonna paterna, che ci ha abbandonato dopo un interminabile e sofferto travaglio dovuto ad un male incurabile. Lei era il simbolo della mia infanzia: la nonna dal sorriso fiero, con l’amico micio, che allestiva un super-presepe per Natale, nella incantevole casa in campagna. Una casa che racchiude mille ricordi della mia tenera età. Lei, era l’eternità, il vigore, l’orgoglio e la forza di non arrendersi mai, incarnate in un’ unica persona. E avvertire il gelo della sua non vita sulle mie labbra mi fa comprendere che davvero è tempo di crescere. È arrivato anche per me il momento di essere un po’ più adulta.
E così saluto parenti, amici, conoscenti, ma in verità sto semplicemente dando l’addio a tutte le abitudini e le consuetudini, che sono state mie per 19 anni.
Le lacrime di mia madre mi arrivano dritto al cuore: siamo sotto la mia nuova casa e ci abbracciamo per congedarci, e nessuna delle due riesce a trattenere la commozione.
“La piccola birbantella Filly è davvero fatta grande ormai!” credo che questa volta sia alle strette: non c’è soluzione per convincersi del contrario, nonostante in tutti questi anni ci abbia ostinatamente provato. “È l’ora di lasciarla andare per la sua strada, senza rancore e con un po’ meno fiato sulla spalla.” Il suo pianto mi parla, rivelandomi che il letto vuoto in casa le peserà, parecchio… ma so che prima o poi ci farà l’abitudine, come io dovrò abituarmi a sopportare una cucina che non è la sua.
È il 30 settembre. E sono catapultata nella mia nuova dimora, nella mia nuova città, nella mia nuova esistenza. Qui il tempo vola, tra lezioni, test, libroni da studiare, faccende domestiche, nuovi incontri,spesa, nuove amicizie e le nuove abitudini poco a poco affiorano, e prendono forma lentamente, dando vita ad innumerevoli novità. Le persone ne rappresentano le più sorprendenti. Ad esempio la mia coinquilina, Twin: con lei ho trascorso 5 anni tra i banchi di scuola, ma la convivenza è tutt’altra storia: è il mio opposto, ma non so come, sa sempre capirmi e lasciarmi fluire liberamente. Sono ultra felice di condividere questa esperienza con lei.
Non ci vuole molto ad ambientarmi e a prendere gusto con il nuovo stile di vita: mi piace tutto ciò, ma soprattutto mi piace avere quella libertà che mi mancava in casa, in paese, alla scuola superiore. È tutta questione di autogestirsi! E l’aspetto che più adoro è quello di avere più tempo per scrivere, dare libero sfogo alla mia arte appena ne avverto la necessità, l’istinto, persino nel bel mezzo della notte, senza dovermi preoccupare di fare rumori o dare spiegazioni a nessuno!
Arriva il nuovo anno : è tempo di chiudere alcune questioni rimaste in sospeso,ormai da troppo, per lasciare spazio alle sorprese che ti sconvolgono la vita, tanto da farti smuovere dai tuoi capisaldi e lanciarti in spericolate avventure in cui si deve rischiare tutto: l’importante è essere felici. E io sento la felicità pulsarmi in ogni singola vena.
E all’improvviso ecco l’altra grande novità: questo blog! Quale migliore opportunità per esprimermi totalmente in libertà a 360°? Naturalmente accetto! E sono più che soddisfatta!
Poi un altro regalo di compleanno : un diario segreto. Il vecchio l’avevo abbandonato tutta presa dalle esperienze mediatiche; ma decido che è il momento di ricominciare. Mi mancano i momenti in cui siamo solo, io, la carta e la penna. C’è intimità: scrivo per me, scrivo con me, scrivo di me : e mi fa stare bene, benissimo. Avevo dimenticato l’odore  della carta, il ticchettio della penna che passo dopo passo scolpisce la carta di ricordi e di emozioni. Avevo scordato l’inimitabile bellezza di palpare le parole sgorganti dalla tua penna, la penna che stringi tra le nocche, il contatto diretto con quelle parole, senza alcuno screen che intercorre tra te e loro: perché un file non potrà mai eguagliare l’inestimabile valore di una pagina di diario: respirata, vissuta.
Adesso ho 20 anni, la voglia di vivere è accesa più che mai; la libertà il mio ossigeno; Lecce sa inondare ogni singola giornata con la spettacolare luce del suo perenne sole; persino l’amore fa di nuovo capolino dopo una tempesta distruttiva. Ed ora, invece di lasciarmi coinvolgere dalla (tutt’altro che) avvincente biografia di Torquato Tasso, sono qui a scrivere, a confessarmi, a svelarmi con la mia inebriante ipervivacità; ad annoiarvi, emozionarvi, o persino commuovervi con le mie infinite parole: parole di una storia che è ancora tutta da scrivere: l’infinita storia di Filomena Lok, la Mia. Perché non c’è nulla che potrebbe farmi sentire più viva.

Filomena (Lok) Locantore

Gruppo di BIbliolettura interattiva della Biblioteca Renato Nicolini di ...

giovedì 13 febbraio 2014

Presentazione "Sentimenti del tempo"

Dario Amadei presenterà il libro di Luca Frudà, Sentimenti del tempo, presso la Libreria Rinascita, oggi 13 febbraio, alle 18.30, in viale Agosta 36, Roma
Con l'autore e Dario Amadei ci sarà la prof.ssa Filomena Zarrelli.
Con la contemporanea mostra fotografica di Pasquale Spinelli 

sabato 8 febbraio 2014

Rassegna stampa 08/02/2014


Su Il Tempo di oggi, sabato 8 febbraio, nella rubrica libri@iltempo.it, c'è la notizia, a firma di Roberta Maresci, della presentazione del bellissimo libro di Luca Frudà "Sentimenti del tempo" di giovedì 13 febbraio alla libreria Rinascita ore 18.30, viale Agosta 36, Roma

venerdì 7 febbraio 2014

Quando le parole ascoltano altre parole


In questi giorni, a pieno ritmo, abbiamo ripreso i corsi di scrittura creativa nelle scuole.
Come spesse volte dico, quello che più mi arriva da quest’attività è lo stupirmi ogni volta dell’entusiasmo con cui Dario avvicina i ragazzi alla scrittura e alla bibliolettura e con cui i ragazzi si lasciano coinvolgere, alla faccia di chi li considera, il più delle volte, svogliati e privi di interesse. 
È vero, loro prima di nascere, come mi è capitato di leggere in questi giorni, hanno già lasciato traccia nel web perché è stata pubblicata dai genitori una loro foto su qualche social network, quindi è difficile allontanarli da un pc o da un videogioco, ma è nostro compito almeno provarci e quello che Dario instaura con loro durante i laboratori è più di un tentativo ben riuscito perché dialogano tra loro, perché hanno dubbi e cercano risposte, perché si divertono insieme, perché scrivono e leggono in libertà senza l’ansia del giudizio, ma soprattutto perché si accorgono di esserci, di essere protagonisti e si accorgono dell’altro. 
L’altra mattina, proprio durante la bibliolettura, su sollecitazione di Dario a rispondere ad una citazione, una compagna di classe ha chiesto alla ragazza che leggeva “Ma da grande vuoi fare la scrittrice? No perché non mi ero mai accorta che scrivevi così bene e che hai così tante belle cose da dire”. Queste parole, dette con una naturalezza disarmante, che sono poi evaporate nell’aria come una bolla di sapone, mi hanno lasciato dentro un senso di grande orgoglio e mi hanno fatto pensare che in quel momento anche Carl Rogers sarebbe stato fiero di Dario e di quei ragazzi che, meglio di qualsiasi manuale di psicologia, stavano mettendo in atto il suo tanto amato ascolto attivo!!! 
Sono queste le gioie del mio lavoro.
Elena Sbaraglia

martedì 4 febbraio 2014

"Confidenzialmente". Le interviste di Michela Zanarella

Carolina Ragucci, LA VOCE DELLA MIA ANIMA

Carolina Ragucci è una giovane autrice sensibile e profonda, che da poco ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie "La voce della mia anima" edita da Simple Edizioni. Ha frequentato corsi di scrittura creativa e partecipa attivamente ad incontri ed eventi letterari.

D- Sei l'autrice della raccolta poetica "La voce della mia anima", perché hai deciso di raccogliere le tue poesie in un libro e cosa ti ha portato a scegliere questo titolo?

R- Ho deciso di raccogliere le mie poesie in un libro nell’anno 2013 perché per me rappresenta la fine di un’epoca. La chiusura del periodo scolastico. Dal 2 luglio 2013 ha avuto inizio una nuova vita: ora sono libera di scegliere cosa fare della mia esistenza. Infatti le ultime otto poesie vanno considerate come l’inizio del periodo di libertà. Si nota una certa differenza con le altre. Ho scelto questo titolo perché ogni mia poesia è espressione delle parole che provengono direttamente dall’anima.

D- Nella tua poesia "La morte" scrivi: "La morte è una cosa triste/ma anche importante", cosa intendi per "importante"?

R- Secondo me la morte è importante perché ti fa rendere conto di quanto sia breve la vita e di quanto può essere forte il legame con un’altra persona finché non ti viene a mancare. Ogni volta che muore qualcuno quelli che restano, senza accorgersene, si rafforzano quando riescono a superare il dolore e il tempo che passa li aiuta. Quando si viene a contatto con la morte la prima volta si matura molto in fretta e ci si accorge che la vita non è tutta rose e fiori. Per me è stato così.

D- Che cos'è per te la poesia?

R- Per me la poesia è una goccia distillata dall’immenso oceano che costituisce l’animo di un poeta. Quando scrivo una poesia lo faccio perché sento che la mia anima mi sta parlando e se non fermo sulla carta quelle parole, so che le perderò per sempre.

D- Nelle tue poesie affronti tematiche profonde e delicate come l'amore, la natura, il sogno. Dove trovi l'ispirazione per scrivere?

R- Per quanto riguarda le poesie d’amore sono quasi tutte dedicate alla stessa persona. Le altre tematiche sono ispirate solo dallo stato d’animo in cui mi trovo, che viene convertito in parole dalla mia anima. All’improvviso sento delle parole che cominciano a ripetersi nella mia mente, allora le scrivo e poi le altre vengono fuori a flusso continuo, senza pensare. Raramente mi do delle regole e scrivo ad esempio poesie in rima, per alcune l’ho fatto, però.

D-Cosa pensi dei corsi di scrittura creativa? Quanto possono essere utili per un giovane scrittore che vuole apprendere e migliorare?

R-Sicuramente i corsi di scrittura creativa sono formativi e sono un ottimo aiuto per chi, come me, vuole imparare a scrivere bene senza risultare noioso o banale.

D-Progetti per il futuro?

R- Sicuramente continuerò a scrivere poesie e magari provare con un racconto… A settembre ho intenzione di iscrivermi alla facoltà di Lettere anche perché aumentando il mio livello di cultura sicuramente riuscirò a scrivere meglio. Mi piacerebbe molto scrivere un bel libro un giorno. Ma questo è il sogno di tutti gli scrittori. 

Michela Zanarella

domenica 2 febbraio 2014

A proposito di nuvole...

TUTTO COMINCIO’

Tutto cominciò quando l’entusiasmo di una massa di ricci biondi, sparse trasparenti bolle di poesia e morbide volute viola in un simpatico scrigno di cartone verde mela.
La capacità di accogliere attorno a sé e far sbocciare passioni inespresse e fremiti delicati di timidezza
di Qualcuno che sa volare,
di Qualcuno che sa sognare,
di Qualcuno che sa affascinare,
fece il resto.
Quello era solo l’inizio.
Qualche tempo dopo, la passione di quel Qualcuno, che sembra camminare su di una nuvola, forse è egli stesso nuvola, si fuse con l’iniziativa e la tenacia di due giovani fanciulle appassionate mentre una fatina dai grandi occhi dolci vegliava su tutti.
Una sera di primavera, o forse d’autunno? Una sera tiepida o forse piovosa …
Sicuramente, una sera magica, il regno delle due giovani fanciulle appassionate avvolse in un  caldo abbraccio sentimenti, passioni, emozioni e curiosità.
Più di quanti riuscisse a contenerne.
La fatina dai grandi occhi dolci, muovendosi silenziosamente, carpiva sorrisi, espressioni rapite e forse qualche lacrima.
E dopo quella sera, un’altra, poi un’altra ancora e come le spumose nuvole bianche formano morbidi cuscini nel cielo di primavera, così il regno delle due giovani fanciulle appassionate è stato rivestito dai morbidi cuscini che la poesia,  accolta con amore in quel regno, ha ricamato tutt’intorno.
Calde pizze e bruschette croccanti sono servite su piatti di parole in libertà, i tovaglioli come farfalle colorate. Le immagini carpite dalla fatina dagli occhi dolci a ricordo di quelle magiche serate.
Nel regno delle due giovani fanciulle appassionate, la Poesia, prepotentemente, si è  impossessata anche dell’addio ad un anno non facile e al benvenuto al nuovo,  dal quale non sappiamo cosa aspettarci.

Un Poeta, in un teatro di guerra, ha scritto:

“Chi ha fatto il turno di notte per impedire l’arresto del cuore del mondo? Noi, i poeti”.
Rossana Bonadonna