sabato 28 dicembre 2013

Per vivere meglio

Oggi si sta diffondendo sempre di più una diversità alimentare tra i continenti, legata soprattutto all’economia, ai diversi costumi e alle diverse culture, ma anche alla alta percentuale di persone che non svolgono attività fisica o che comunque hanno poco tempo a disposizione per cucinare cibi salutari. Altri fattori che incidono molto sull’alimentazione sono la televisione e i social network. che anche in questo campo spingono a seguire delle mode a volte non troppo sane.
Il primo aspetto da considerare è che oggi come oggi i diversi continenti hanno assunto diverse abitudini alimentari e ci sono luoghi in cui l’alimentazione è insufficiente e luoghi in cui invece è eccessiva. Per esempio in Africa l’alimentazione scarseggia perché c’è un alto tasso di povertà legata all’arretratezza tecnologica, alle guerre, all’economia mentre il problema opposto è presente negli Stati Uniti dove l’alimentazione è molto sbagliata perché le persone assumono una quantità eccessiva di calorie mangiando dolci, carni grasse e salse di ogni tipo.
L’Europa è per molti aspetti il continente con l’alimentazione più giusta ed equilibrata anche se spesso si commettono peccati di gola. Molto corretta ad esempio è la dieta mediterranea che rappresenta un insieme di competenze e conoscenze che vanno dall’aspetto paesaggistico a quello alimentare, basandosi sul connubio tra cibi sani come l’olio d’oliva, i cereali, la frutta e la verdura e una moderata quantità di carne, pesce e latticini. Oltre ad un’adeguata alimentazione promuove anche l’aspetto interculturale perché collega le tradizioni e le abitudini delle diverse comunità.
Un fattore che sicuramente ostacola la diffusione di un’alimentazione sana ed equilibrata è la crescita elevata dei fastfood che sono un esempio tipico di cattiva alimentazione perché la popolazione si abitua ad assumere quantità eccessive di alimenti sbagliati. Spesso inoltre  non si fa più caso al valore alimentare dei cibi ma a loro prezzo perché in un periodo di crisi come questo la gente non pensa più alla propria salute ma solo al problema di arrivare a fine mese e questo è un atteggiamento mentale che espone a gravi rischi per la salute.
Mangiare meglio per vivere meglio è dunque una regola molto importante che troppo spesso ci dimentichiamo di seguire cedendo ai condizionamenti della società moderna.

Giulia Amadei

domenica 15 dicembre 2013

Borgo Romano al tramonto

Per tutto il mese di dicembre, fino a fine gennaio, se vi recate alla Biblioteca Renato Nicolini a Corviale, non potete fare a meno di visitare il Presepe Artistico ispirato a Roma Sparita del Maestro d’arte Michele Polizzi (Associazione Italiana Amici del Presepe).
Ne rimarrete affascinati.
“Borgo Romano al tramonto” (liberamente ispirato a Roma sparita) è il titolo scelto dal Maestro e oltre a farvi respirare la sacralità dell’opera vi riporterà indietro con la memoria ad una Roma che non c’è più, ma che mantiene inalterato il suo incanto.
Un piccolo viaggio nel tempo per far conoscere o rivivere, attraverso le scelte che Michele Polizzi ha fatto inserendo alcuni mestieri dell’epoca, quelle tradizioni, quelle atmosfere, quei sapori che hanno caratterizzato i vicoli di Roma.
Cosa aspettate, andate a visitarlo!
Dario & Elena




Dario Amadei e i suoi primi tre libri - booktrailer

giovedì 12 dicembre 2013

Il vicolo delle lettere ribelli

L’occasione ci è stata data da Laura Pacelli, l’“editora” di Graphofeel Edizioni, una casa editrice giovane, fresca e interessante, lo spazio era quello della Fiera della piccola e media editoria (Più libri Più liberi 2013) e il protagonista è stato Il vicolo delle lettere ribelli di Pasquale De Caria.
C’è da dire che quando Laura ci ha chiesto di presentare questo libro siamo andati sul sicuro, perché sappiamo che pubblica solo libri di alta qualità e già dalle prime pagine è stato amore a prima vista. Il tema che De Caria affronta è tra i più delicati: la storia è ambientata negli anni ’70 e il protagonista è un bambino dislessico in un’epoca in cui la dislessia non si conosceva.
Il panorama letterario è ricco di saggi, manuali e narrativa su questo argomento, ma la bravura di Pasquale De Caria è stata quella di realizzare un romanzo che fa capire in maniera semplice e diretta cos’è la dislessia, come riconoscerla e come affrontarla. Eliseo, il protagonista è prima di tutto vittima di una miriade di incomprensioni ed errori proprio di chi invece dovrebbe aiutarlo. Il paragone con il giovane Holden viene spontaneo, ma la differenza è che alla fine Eliseo ce la fa a combattere e a vincere contro i pregiudizi e l’ignoranza di una società che non sa includere, ma solo allontanare.
La bellezza di questo libro sta nel fatto che è il protagonista stesso a parlarci della dislessia, delle difficoltà che quotidianamente deve affrontare quando a scuola la maestra lo obbliga a leggere ad alta voce, a scrivere alla lavagna, a ripetere le tabelline. Vorrebbe chiedere aiuto, ma non ci riesce e allora il passo verso il disagio è breve ed Eliseo non trova altro sfogo se non quello di incanalare le sue frustrazioni nella violenza, che lo fa sentire apparentemente forte, ammirato e vincente. Oltre che con le parole, in quei vicoli della sua Napoli si trova a combattere con gli “scugnizzi” ribelli, ma si accorge che sconfiggerli non risolve i suoi problemi. In suo soccorso arriva ad un certo punto il pelide Achille: leggere l’Iliade lo calma, gli tiene compagnia, gli infonde coraggio e tra mille difficoltà riesce a concludere le scuole elementari e poi le medie. Quando si trasferisce a Milano ed arriva al liceo ormai è forte, consapevole delle sue capacità e le lettere ribelli non gli fanno più paura.
Ha capito che il mondo non lo si cambia con le bastonate, ma studiando e che i libri lo possono aiutare.


Dario & Elena

Un laboratorio di successo per Magic BlueRay

Quest’anno stiamo completando il quinto anno di corso di scrittura creativa in una scuola di Roma. È per noi una grande gioia perché con questi ragazzi, che abbiamo conosciuto quando sapevano appena tenere una penna in mano, siamo arrivati ad un traguardo importante, che però a noi piace considerare un punto di partenza.
Le filastrocche, le brevi fiabe, le storie sull’ambiente e sulla scienza che si fa letteratura hanno preparato il terreno per il laboratorio fantasy di quest’anno. Le creature del Piccolo popolo ci terranno compagnia in questo anno scolastico e già dai primi incontri le idee hanno invaso le aule con la loro energia.

A noi non resta che aspettare in trepidante attesa che le storie fluiscano liberamente per essere lette. A loro, i ragazzi, non possiamo che augurare di continuare a camminare a braccetto con la fantasia e la creatività che li ha sempre contraddistinti, per non cadere vittime della Tecnologia Nera… 

Dario & Elena

lunedì 9 dicembre 2013

Let it Lok: A “U’PAES MI!”

È martedì 3 dicembre. Mi trovo a Lecce. Appena uscita dalla facoltà ricevo una telefonata da mia madre, che si trova a Montescaglioso, la mia città.
- Fil, non puoi immaginare cosa sta succedendo qua! Un casino! Sta crollando tutto!
Un po’ titubante, chiedo maggiori informazioni, ma ancora non riesco a realizzare l’entità della catastrofe che mia madre mi sta descrivendo; piuttosto mi pare di assistere al racconto di un film, o di un evento lontano anni luce dalla mia realtà.
Allungo il passo. Ho il respiro corto. Sono ansiosa di arrivare a casa: ho bisogno di dare un senso alle parole agghiaccianti di mia madre. Condivido un primo tenue allarmismo con la mia coinquilina, ma non sono ancora realmente toccata.
- Non può essere la mia Monte! – rifletto, rassicurandomi.
Sono a casa. Mi precipito in camera, accendo il pc, accedo su FB.
Davanti ai miei occhi si apre un sentiero buio e deserto verso un immenso senso di vuoto. Una sfilza di foto, video, aggiornamenti di stato, pubblicazioni, avvisi. Non posso credere ai miei occhi. No, non ci riesco proprio. Inizio a vedere qualche servizio su SudItaliaVideo e Montescaglioso.Net: crolli, crepe, strutture che sprofondano, distruzione, compaesani irrequieti, terrorizzati, disperati. Ma non basta: non riesco a realizzare.
Telefono di nuovo alla mia famiglia, come alla ricerca di una conferma. È sufficiente che mia madre risponda al telefono; basta il suo “ Pronto?!” nervoso, preoccupato e un po’ malinconico a farmi percepire il sapore di quel devasto.
È tutto vero: purtroppo non si tratta né di un film, né di un incubo: l’apocalissi sta davvero divorando la mia bella città. E un senso di vuoto sta divorando la mia anima.
Quel vuoto poco a poco si trasforma in una matassa di sentimenti confusi e violenti: inspiegabile a parole l’emozione struggente di vedere la propria città cedere, riempirsi di voragini, CROLLARE. Montescaglioso: “u paes mì”. La mia bella patria, gioiosa e allegra. Il sereno punto di ritrovo di amici, famiglie, giovani, anziani, sparsi nel mondo per il caotico fluire esistenziale.