giovedì 29 settembre 2011

La serata di Periplo!!!

Martedì scorso, 27 settembre, c’è stata la prima presentazione di Cronache di Monterotto, il nuovo libro di Dario Amadei.
Un’atmosfera sorprendente: eravamo ospiti nella Sala Roma della Società Umanitaria, padrona di casa Elena Cordaro, impeccabile nel suo ruolo di Responsabile della Società per la sede di Roma, che propone e diffonde nella nostra città la Cultura con la C maiuscola.
Una presentazione veramente coinvolgente. La voce calda di Rossana Bonadonna ha introdotto l’ospite d’onore, Periplo Zanna (il protagonista del libro) e poi tutto è stato un susseguirsi di parole e di emozioni suscitate da Elena e dai relatori (Elena Sbaraglia, Antonino Santagati e Francesco Antinucci) con il sottofondo delle voci di Rossana e di AnnaRita Picazio che hanno dato vita ai personaggi di Monterotto. Poi, non ultima, la voce forte, decisa e amabile dello scrittore Dario Amadei, che si è presentato al pubblico come il migliore degli attori ad una prima teatrale.
Il libro e le sue tematiche si sono prestati a spunti di riflessione importanti che il pubblico ha saputo gradire e condividere. Si è parlato dell’eroico coraggio di Periplo, un bambino di dieci anni, che scopre il mito dentro di sé e si lancia in un viaggio che lo porterà a svelare una verità terribile, che però è indispensabile conoscere per il bene dell’umanità. È stato sottolineato come Cronache di Monterotto proponga un’educazione ambientale seria, espressa attraverso un linguaggio semplice che fa comprendere anche ai più giovani lettori i principi base dell’ecologia. Ci sono inoltre riflessioni puntuali ed importanti sulla tecnologia e sull’uso che gli uomini ne fanno…
Sono tanti gli argomenti che Dario ha disseminato nel suo libro e che ora dobbiamo solo scoprire per poi fermarci a riflettere!
Elena Sbaraglia 

mercoledì 28 settembre 2011

Il mistero delle scie chimiche

Francesco Miano, nel suo articolo “Le scie chimiche nei nostri cieli… falso mito o verità?” pubblicato sulla rivista La foglia, spiega in maniera semplice e incisiva il fenomeno delle scie chimiche “a quanto pare il cielo sopra i nostri occhi non gode di ottima salute. Questa in sostanza è la realtà che negli ultimi anni si sta configurando visto il crescente avvistamento nei nostri cieli di scie non meglio identificate, che a quanto pare sono composti chimici di una certa rilevanza. … Questo tema, ad oggi, sembra essere avvolto da un velo di mistero; anche a seguito di interrogazioni parlamentari, per far luce su questo fenomeno, non si è giunti a notizie certe sulla loro natura. … Diverse sono le ipotesi avanzate. Secondo la teoria del controllo climatico, le sostanze delle scie permettono di incidere e guidare i fenomeni atmosferici che producono siccità o pioggia. Per la “teoria del complotto”permetterebbero al settore militare di migliorare la capacità trasmissiva dell’atmosfera con conseguenze strategiche nella gestione dei segnali radio. Per altri ancora le scie chimiche servono per la sperimentazione di tecniche di geo-ingegneria.”

Eco(A)lizziamoci

Il 2012 sarà l'anno internazionale per le energie sostenibili e noi di Magic BlueRay, nell'ambito della manifestazione itinerante Eco(A)lizziamoci che stiamo realizzando in tutte le scuole di Roma e provincia, vogliamo dare spazio, su questo blog, ad articoli e/o notizie sull'ambiente e sulle energie rinnovabili.
Sono graditi e ben accetti quanti vorranno contribuire segnalandoci altri articoli e con propri suggerimenti.
Buona lettura

Nota: tutti gli articoli proposti in queste rubriche (Ambiente, Eco(A)lizziamoci, natura, energie, sostenibili, rinnovabili, natura) sono rivisti dalla redazione di Magic BlueRay che li ha semplificati per renderli più utilizzabili dai ragazzi. Ogni articolo riporta la fonte originale.

sabato 24 settembre 2011

Le recensioni di Elena Cordaro

L’algoritmo al potere: vita quotidiana ai tempi di Google di Francesco Antinucci (ed. Laterza.)

Anche se ci è voluto del tempo per abituarci, oramai che ci siamo, siamo tutti quanti inseriti in un’era decisamente e senza alcun dubbio dominata dalla tecnologia, dove tutto o quasi è automatizzato, computerizzato.  Ci siamo talmente abituati a certe “comodità” che, se prima, fino a qualche tempo fa, ci spaventavano per le possibili conseguenze inimmaginabili, ora non potremmo più starne senza. Ovviamente non parlo dei giovani, che con certa tecnologia hanno convissuto sin dalla culla, ma di quelli, a partire dalla mia generazione in su, fino alle persone dell’età dei miei genitori. I nostri figli hanno imparato a camminare gattonando tra cavi di modem e prese scsi, ma noi… noi sì che abbiamo “vissuto” questa rivoluzione, sulla nostra pelle! Abbiamo dovuto studiare di nascosto, per non sembrare degli analfabeti agli occhi degli altri, che magicamente sapevano già tutto (e forse studiavano di nascosto per non sembrare analfabeti agli occhi nostri che facevamo finta di sapere tutto). Poi pian piano ci siamo abituati (anche a continuare a studiare), e abbiamo “fatto pace” con la tecnologia. Abbiamo più o meno imparato ad usarla e alla fine siamo diventati tutti pigrissimi. Le paure apocalittiche di certi utilizzi della tecnologia si sono dissolte davanti alla magica comodità di andare in banca senza uscire di casa, comunicare per iscritto in tempo reale, mostrare agli amici delle foto delle vacanze senza nemmeno passare dal fotografo a farle stampare.  E così, anche per pigrizia, siamo diventati tutti molto bravi nell’utilizzo degli strumenti informatici, anche senza studiare. Quasi miracoloso!! Possiamo essere presenti in contemporanea  ad una riunione, rispondere alle e-mail, visitare l’altro lato del pianeta, accedere ad una serie di informazioni di carattere scientifico, tutto insieme! E magari anche più o meno nello stesso tempo, contribuire con le nostre informazioni, far sentire la nostra “voce” (si fa per dire, perché  gli altri utenti  la leggeranno più che sentirla…) ed ecco lì le”magagne”… i rischi dei quali Antinucci in questo saggio ci mette in guardia… Perché questa velocità di scambio e di possibilità di accesso ad informazioni che viaggiano e alle quali accediamo in maniera sempre più facile (computer, telefonino) ci permettono di conoscere, sapere, accedere e scambiare informazioni e notizie ma nello stesso tempo da l’altra parte ci espongono al rischio di sempre maggiore superficialità, dovuta proprio al fatto che chiunque, spesso senza neanche un filtro e senza dunque controllo, immetta nelle rete informazioni che possono essere senza fondamento, ingannevoli.
Spesso infatti il messaggio che ci giunge è di incoraggiamento a partecipare,  a dire la nostra, contribuire tramite le community, i social network perché è proprio lì che si nasconde il punto di forza dei social network: non tanto creare un bacino di utenti il più vasto possibile, ma allargare il vastissimo bacino di utenti rendendoli contemporaneamente autori e fruitori loro stessi, incoraggiandoli ad un ruolo attivo e non solo passivo di semplici utenti. Da un lato è sicuramente gratificante, ma dall’altro, se non vi è un serio controllo può addirittura essere pericoloso o fuorviante, anche se in realtà è coloro che contribuiscono sono in ogni caso la minoranza e spesso il loro contributo si limita alla conferma di quanto già espresso da altri.
Ma espone anche gli utenti ad un eccesso di visibilità a discapito della loro stessa privacy, che poi ci si sforza di difendere per altre vie.
Quello che il professor Antinucci, direttore di ricerca all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR  vuol porre in evidenza è il paradosso che questa forma di partecipazione così massiccia a strumenti mediatici non dia poi, al dunque, oltre alle indubbie “comodità” anche il risultato di uniformarci a comportamenti e modelli promossi da altri. Il potere del “passaparola” riportato su vastissima scala dunque, all’ennesima potenza. Visto da questa angolatura sarebbe un gran passo indietro, non c’è che dire… rispetto al progredire fantastico della tecnologia, proprio perché, a seconda dell’uso (o peggio dell’abuso) che se ne fa, si raggiunge lo scopo o si fallisce in pieno. 
Elena Cordaro

mercoledì 21 settembre 2011

Alice postmoderna

Marco Minghetti, già Direttore della Scuola di Management Enrico Mattei e Docente di Humanistic Management presso l'Università di Pavia, è l'ideatore de Le Aziende In-Visibili, piattaforma per la generazione di percorsi narrativi. Ne è stato tratto, con lo stesso titolo, un romanzo collettivo pubblicato da Libri Scheiwiller.
Marco sta ora lavorando a un nuovo progetto: Alice annotata, una lettura annotata e interattiva del celebre romanzo di Lewis Carroll, in chiave postmoderna.
Dice Marco: "Il progetto nasce da un’idea che mi accompagna da molto tempo: proporre una lettura “annotata” di Alice nel Paese delle Meraviglie, utilizzando le straordinarie intuizioni di Lewis Carroll per leggere la realtà contemporanea. L'attualità di Alice emerge ad ogni riga che Carroll le ha dedicato e basta pensare alle caratteristiche che la connotano per coglierne immediatamente l’attualità: giovane, donna, mutante, curiosa, avventurosa, coraggiosa, riflessiva, è il vero emblema della trasformazione che ognuno di noi deve affrontare per affrontare le sfide che pone la crisi ormai conclamata del modello economico, sociale, politico, e ancor prima cognitivo e culturale, dominante in Occidente negli ultimi due secoli."
Questo progetto può essere seguito sulla pagina Facebook oppure on line sul sito del Sole 24 Ore

martedì 20 settembre 2011

La cattiva signora

È stato un piacere leggere questo libro di Alessandro Vuccino e Ombretta D’Ulisse, perché è scritto molto bene, con uno stile privo di fronzoli e assolutamente non verboso.
Appartiene a quella letteratura che non si pavoneggia, che si rivolge a tutti e cerca di trattare temi importanti con un linguaggio semplice che raggiunge il suo scopo principale: far riflettere il lettore.
E infatti le riflessioni su Jessica, la protagonista, sono davvero tante. Una donna che ha tutto dalla vita, marito, figlio, vive in un bel quartiere e ha una bella casa. Ma è una donna che non riesce a godere di questi privilegi (avrebbe preferito l’attico al terzo piano dove invece vive), vuole sempre di più, è profondamente insoddisfatta. Questa insoddisfazione si ripercuote, ovviamente, anche nella sfera sentimentale, tanto da portare Jessica a ricercare in altri uomini un appagamento che falsamente la soddisfa, a cogliere nel loro sguardo l’accettazione di se stessa.
Ma anche queste relazioni si bruciano rapidamente, perché nello sguardo non nota più il desiderio iniziale, sono momenti effimeri che non le lasciano, naturalmente, alcuna soddisfazione.
È una donna bella e questo da una parte è un fattore che le facilita questi atteggiamenti ambigui, ma è anche una donna insicura, impaurita da ciò che le è sconosciuto… si sente forte solo nel suo ambiente (quartiere) e solo con persone che conosce (i genitori dei compagni del figlio).
Da sottolineare subito che la presentazione che gli autori fanno di Jessica, nonostante sia un personaggio che si presterebbe a facili e veloci disapprovazioni, porta invece il lettore ad accostarsi a lei con delicatezza, a sforzarsi di capire questi suoi atteggiamenti, dovuti ad evidenti segnali di carenze affettive o di paure passate, mai superate.
E soprattutto questo emerge nel momento in cui Jessica si invaghisce di un uomo che nella sua mente la desidera, ma nella realtà non è così ed è a questo punto che scatta in lei la molla dello stalking. Ma anche in questo caso è uno stalking atipico, sembra un mettersi al centro dell’attenzione più per chiedere aiuto che per perseguitare.
Ed infatti il finale è positivo, ma non buonista però … Vuccino infatti, invece di abbandonarsi ad un finale fosco o cruento, cerca di dare una speranza: in questo mondo moderno dove tutti vanno di corsa c’è qualcuno disposto a tenderti una mano e soprattutto a vedere oltre le apparenze, a non fermarsi al primo giudizio ma a cercare di valutare una situazione da più angolazioni.
Elena Sbaraglia

sabato 17 settembre 2011

Le recensioni di Elena Cordaro

Falsa partenza. Il passo lungo di Edmondo Mingioni (Ed. Interculturali)

Roma, le sue strade, i suoi ponti, Roma e  i suoi parchi, i viali dell’Eur e gli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa, il mitico Stadio delle Aquile. Il Tevere.
Giovanni, un ragazzo, una curiosità innata per la perfetta macchina che è il corpo umano, Giovanni e il suo lavoro in un negozio di libri e cd, Giovanni e la sua passione per lo sport in generale e per la corsa in particolare.
Ma cosa lega in maniera così forte Giovanni e Roma? La pista ciclabile. Quel nastro rossastro che corre accanto al Tevere, quella striscia che parte dalla diga di Castel Giubileo e si addentra nella città scendendo da nord. È la pista ciclabile ciò che unisce il protagonista di questo primo romanzo di Edmondo Mingione, alla sua città. Perché la pista ciclabile è ciò che consente a Giovanni, il protagonista appunto, di applicarsi, di allenarsi, di sperimentare le sue capacità e di superare i suoi limiti, perché Giovanni in realtà ha un’unica grande passione: la corsa. Probabilmente il suo carattere introverso, il fatto di non avere un’intensa vita di relazioni, di svolgere un lavoro senza farsi troppo prendere, tutto questo probabilmente, unito ad una eccezionale predisposizione naturale innata per la corsa, l’abilità con cui riesce a migliorare i tempi delle sue performances e il senso di gratificazione che tutto questo gli da, lo portano ad incanalare su binari sbagliati il suo talento. Ed infatti Giovanni inizia così a misurarsi non con avversari come lui, non con altri atleti, non su piste e in stadi. No, Giovanni inizia a sfidare la legge, le forze dell’ordine, a misurarsi con gli agenti che si lanciano all’inseguimento del giovane bandito che compie rapine alle banche e fugge a piedi nel traffico di Roma, schivando le auto, scattando tra i semafori, attraversando pericolosamente i larghi viali dell’Eur o infilandosi nei vicoli del centro storico, dimostrando una capacità di adattamento al terreno, un equilibrio ed un sangue freddo incredibili, quasi da professionista. Quasi… perché ad occhi attenti (quelli di un allenatore, di uno sportivo vero, di un tecnico) gli errori sono evidenti, eccome… una cosa è la determinazione, la forza di volontà, e ben altro è la tecnica.
Ma anche in un’esistenza così strana, a volte il destino si diverte… un commissario che indaga, ma non resta indifferente al talento del giovane, un allenatore che dovrebbe semplicemente supportare nelle indagini le forze dell’ordine, ma si sente anche moralmente coinvolto in un tentativo di recupero del giovane, e cerca di incanalare le risorse di Giovanni nel verso giusto cercando di avvicinarlo allo sport, quello sano… e Giulia!... Giulia, anche lei con la passione dello sport, una vita equamente divisa tra l’attività sportiva e lo studio, fino all’incontro con questo atleta solitario, sicuramente anomalo nei suoi strani allenamenti, che la incuriosisce, e non solo…
Come andrà a finire? Che piega prenderà il corso della vita di Giovanni? Riuscirà a farsi coinvolgere da questi nuovi amici, ad incanalare nel giusto verso le energie, la forza dei suoi poderosi muscoli, abbandonerà questa assurda forma di sfida?
Tutta la passione, la competenza, e la tecnica sportiva dell’autore -  olimpionico di nuoto a Monaco di Baviera nel 1972 – traspaiono in questo suo primo romanzo, mettendo il lettore indubbiamente di fronte al duplice ruolo di atleta e di narratore del nostro autore.
Molto ben descritte sono le figure del commissario e dell’allenatore, quest’ultimo rappresentato in maniera molto efficace: in parte paterno, incoraggiante, motivato nel trasmettere a Giovanni input che abbiano una doppia valenza: da un lato si riconosce in lui il preparatore tecnico, ma dall’altro emerge prepotentemente tutto il lavoro per riportare un giovane sulla strada giusta, incanalando quelle doti straordinarie per farne qualcosa di buono innanzitutto per sé stesso, per evitare di sbagliare ancora, di correre rischi inutili.
L’amore per lo sport come possibilità, come opportunità, la funzione aggregativa, non meno importante di quella di quella di formare ed allenare il fisico, la capacità di trasmettere messaggi positivi sullo sport, tutto questo ci fa comprendere chiaramente che il nostro autore, ben prima che scrittore, è uno sportivo: il suo passato da agonista ai massimi livelli, ed il suo presente di impegno che continua, dimostrato anche dal romanzo, altro non sono che conferme dell’importanza dello sport, a tutti i livelli, per tutti.
Elena Cordaro

martedì 13 settembre 2011

La riscossa del cammello

"E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio"
(Gesù, nel Vangelo)

Oirad telefona in Chiesa. E' l'anniversario della morte del suo povero Babbo e vuol far dire una messa di suffragio.
Risponde una Pia Donna, una di quelle con la voce di chi sa già di avere un posto in Paradiso.
- Vorrei prenotare una messa - dice Oirad un pò ingenuamente - sa è l'anniversario della morte di mio padre...
- E che per telefono? - fa la Pia visibilmente inacidita - Deve passare all'Ufficio Parrocchiale e lasciare un'offerta di dieci euro. Minimo! E si spicci che ci sono posti limitati!
Oirad si scusa e riattacca abbastanza confuso.
- Dieci euro per una messa non sono pochi. - pensa - Se per assurdo se ne volesse far dire una al giorno per un anno, sarebbero tremilaseicentocinquanta euro. Una cifra davvero ragguardevole in tempi di crisi. Poi dieci euro sono la tariffa minima e quindi l'Anima in questione non ha sicuramente la possibilità di risalire in tempi brevi la montagna del Purgatorio. Ma i poveri come fanno? Non era stato scritto che sarebbero stati gli indiscussi Signori del Regno dei Cieli? Evidentemente no. L'unica cosa certa è che staccando un grosso assegno è possibile andare immediatamente in Paradiso.
Oirad telefona di nuovo in Chiesa. Si è dimenticato di chiedere se è prevista una tessera a punti, come quella del Supermercato per intenderci.
Dario Amadei

sabato 10 settembre 2011

Diamo il benvenuto alla nostra amica Elena Cordaro

Da oggi Elena Cordaro, responsabile della sede di Roma della Società Umanitaria, inizia a collaborare con Librandosi. Noi di Magic BlueRay siamo felicissimi perchè nei suoi articoli si possono trovare degli spunti di riflessione molto profondi.
Buona lettura con "Le recensioni di Elena Cordaro"

Le recensioni di Elena Cordaro

Macchie di Rorschach
Macchie di Rorschach di Marco Ferrazzoli, (Terre Sommerse ed.)

L'utilizzo dell'interpretazione di "disegni ambigui" per valutare la personalità di un individuo è un'idea che ha radici sicuramente non recentissime; era anche una sorta di gioco di società, ma nel 1921 Hermann Rorschach con il suo “test” fu il primo ad utilizzare le macchie come strumento di indagine psicometrica.
L’autore, dottor Marco Ferrazzoli,  giornalista, capo ufficio stampa del CNR, ha preso in prestito, o a pretesto? le macchie per intitolare una raccolta di poesie. Come mai, questa scelta così singolare?  Proviamo ad azzardare.
Come le macchie divengono immagini, anche le poesie, queste riflessioni profonde espresse in versi prendono forma, e probabilmente le sensazioni che suscitano nel lettore variano, proprio come le macchie di Rorschach, a seconda del lettore e dello stato d’animo, diventando cupe, o leggere, profonde o ariose. Come d’altronde i momenti della vita di ognuno di noi. E questo suo “mettersi a nudo”, perché la poesia è lavoro e mettersi in gioco, è spogliare l’anima, sfogliarla poco a poco rischiando il ridicolo, come peraltro dice lo stesso autore, è un salto nel fuoco. Mostrarsi come indifeso, senza corazze o scudi, ma esporsi  come si è nell’istante, senza nascondersi, così come ci si sente, offre un’interpretazione “filtrata” perché passa attraverso il pensiero del lettore ed il suo stato d’animo.
Le macchie che prendono forma, dunque come i pensieri e le riflessioni, racchiusi nei contorni  della metrica, esprimono qualcosa di estremamente personale, a volte unico, perché unico è il sentire, il cogliere l’essenza di un istante irripetibile, la sensazione unica di uno stato d’animo passeggero, che non sarà più lo stesso tra poco, come poco fa era altro…
Ma macchie di Rorschach è anche l’ultima poesia della raccolta, bella, intensa, vera.
Elena Cordaro

mercoledì 7 settembre 2011

Eco(A)lizziamoci - Manifestazione itinerante


Il 2012 sarà l’anno internazionale per l’energia sostenibile e Magic BlueRay vuole promuovere, con il patrocinio della Provincia di Roma e della Società Umanitaria, una manifestazione itinerante che coinvolga i ragazzi partecipanti in un viaggio pieno di fantasia, magia e semplicità all’insegna del vivere bene, sano e “verde”.
Eco(A)lizziamoci copre l’intero anno scolastico 2011 – 2012, dal 10 ott...obre 2011 al 21 maggio 2012, ed è rivolto a tutte le Scuole di Roma e Provincia. Consiste in un incontro di scrittura creativa ed in uno di bibliolettura interattiva (incontro con l’autore).
Le classi aderiranno alla manifestazione adottando il libro “Cronache di Monterotto” di Dario Amadei, ed. Simple, 2011. Il testo dovrà essere acquistato da ogni alunno partecipante.
Per informazioni e adesioni: magicblueray@gmail.com

Presentazione Cronache di Monterotto di Dario Amadei

INCONTRO CON L’AUTORE
Cronache di Monterotto
di Dario Amadei
(Edizioni Simple)

Introduce
Elena Cordaro, responsabile Società Umanitaria per la sede di Roma

Ne parlano con l’Autore
Francesco Antinucci, direttore della Sezione Processi Cognitivi e Nuove Tecnologie del CNR
Antonino Santagati, biologo ed educatore ambientale
Elena Sbaraglia, psicologa

Voci
Rossana Bonadonna
Maria Paola Conrado
AnnaRita Picazio

Martedì 27 settembre ore 18:30
Società Umanitaria (Sala Roma)
Via Aldrovandi 16, Roma

Recapiti Magic BlueRay: magicblueray@gmail.com - - 3297193354

sabato 3 settembre 2011

L'isola blu

Nella vita di ognuno di noi esiste un luogo, quasi mai facile da raggiungere, dove è possibile godere della felicità assoluta. Profumi, suoni, visioni istantanee tentano di guidarci nella direzione giusta, rendendo il nostro desiderio di raggiungere quel Paradiso assolutamente irresistibile. Ma tutto sembra ostacolarci e, assurdamente, molto spesso le difficoltà più insuperabili sono in realtà proiezioni della nostra mente debole, che incredibilmente ha paura di vivere la felicità. A volte basterebbe un piccolo gesto, un cenno della mano, che però diviene pesantissima, impossibile da sollevare, anche producendosi in sforzi disumani.
Molti rinunciano e si condannano ad una esistenza triste, buia e silenziosa: guardano la luce che riesce a filtrare faticosamente dalle loro finestre e la considerano lontana, irraggiungibile.
In realtà basta crederci solo per un attimo e si può riuscire a volare sempre più in alto e sempre più lontano. All'inizio, quando finalmente ci si lascia andare, si ha paura, è inevitabile: molti non hanno il coraggio di affrontare il cielo e dopo pochi istanti tornano indietro e si abbarbicano alla scogliera della loro infelicità.
Ma chi riesce a trovare la forza indispensabile per andare avanti, dopo aver superato i primi smarrimenti, si ritrova a galleggiare nell'infinito.
Lì, le urla e i pianti non si odono più e l'unica cosa che conta è quell'isola blu dove finalmente sarà possibile vivere riscaldati dal sole.

Dario Amadei

venerdì 2 settembre 2011

Suggerimenti per il rientro dalle vacanze

Eccoci qui cari amici, ormai le ferie sono finite e le vacanze sono solo un ricordo.
Puntualmente in rete impazzano consigli su come combattere lo stress da rientro, un concetto questo che ci ha fatto sempre un po’ sorridere…
Inutile dire che tutto si affronta e si può superare, basta volerlo. Se mal ci disponiamo, dopo giorni di dolce far niente, ovviamente il ritorno a casa sarà terribile.
C’è un sistema per difendersi da ciò?
In un’indagine internazionale condotta su un campione di viaggiatori di 9 diversi paesi europei (Inghilterra, Irlanda, Francia, Germania, Spagna, Italia, Svezia, Danimarca e Norvegia) è emerso che quest’anno circa 320 milioni di libri sono stati sfogliati sulle spiagge dai turisti europei. Gli svedesi (72%) dominano la classifica dei lettori più accaniti, seguiti da inglesi e dagli irlandesi (71%). Solo il 55% degli italiani ha letto durante le vacanze.  
Se realmente sono stati letti tutti questi libri, è facile comprendere come impegnare un tale accumulo di energia positiva.
Si potrebbero raccontare le vacanze, non come in un diario, ma sforzandosi di riportare le emozioni e le sensazioni provate durante i giorni trascorsi sulla riva del mare o nei verdi boschi con lo stile narrativo proprio dei romanzi letti.
Noi di Magic BlueRay saremmo ben contenti di pubblicarvi su RaccontArte… ed inoltre, in questo modo vi sembrerebbe di stare ancora in vacanza.